Ventuno del Cima? «Tutto in regola»
La commissione di giustizia della Fidal esclude colpe degli organizzatori, in causa per aver fatto gareggiare atleti stranieri non tesserati regolarmente
CONEGLIANO - Tutto regolare alla Ventuno del Cima, i vincitori sono stati gli organizzatori.
Escluse infatti negligenze e colpe da parte di organizzatori e giudice di gara, chiamati in causa dalla procura federale per aver fatto gareggiare atleti stranieri, non in regola con le norme federali sul tesseramento.
Così ha "sentenziato" la commissione giudicante della Fidal.
"Siamo soddisfatti della decisione che ci scagiona dall'accusa di aver adottato comportamenti irregolari - commenta il presidente di Atletica Silca Conegliano, Francesco Piccin - non c'era nulla da discutere, chi si è lamentato l'ha fatto senza ragioni e chi ha commentato, troppo frettolosamente, l'ha fatto forse senza conoscere i regolamenti. Dispiace che si sia tentato di mettere in cattiva luce l'operato della società, che con lo staff e tutti i suoi volontari, ha lavorato con onestà e professionalità per regalare alla città di Conegliano e al mondo dell'atletica una manifestazione di alto livello. La nostra Ventuno del Cima sarà sempre più internazionale, l'appuntamento è per domenica 8 febbraio 2015. E che vinca il migliore".
Dopo la bellissima manifestazione che aveva portato nel centro città quasi un migliaio di partecipanti, le polemiche. Da una nota della Fidal datata 11 febbraio, la comunicazione che diversi atleti keniani, che non hanno completato l'affiliazione con società italiane, stanno gareggiando senza avere i requisiti per farlo (manca in pratica il visto del paese africano d'origine).
“Gli atleti in questione si trovavano già in Italia e avevano partecipato regolarmente ad altre manifestazioni. Erano inoltre in possesso di regolare visto d'ingresso in Italia
”
Il giorno della gara viene sollevato comunque, prima della pubblicazione del sito online della Fidal, il problema, ma la società organizzatrice ribadisce la propria posizione. La gara è internazionale, gli stranieri (in questo caso i keniani Nixon Sigei Kipkemoi, Mathew Kiprotich Rugut ed Eunice Chebet) possono parteciparvi senza necessità di alcuna autorizzazione Fidal. Alcuni giorni dopo la splendida giornata di sport a Conegliano, su segnalazione della segreteria federale, parte per l'Atletica Silca Conegliano, il presidente Francesco Piccin e il giudice di gara Rosa Bettiol il deferimento all'organo di giustizia della Federazione Italiana di Atletica. A difendere società e presidente coneglianesi davanti alla Commissione di Giustizia Federale viene chiamato un collegio difensivo coordinato dall'avvocato Luca Mirabelli, partner di Heussen, studio legale e tributario internazionale con sedi anche a Roma e Conegliano.
Il procedimento viene avviato, si susseguono varie udienze, fino alla decisione finale: in accoglimento delle istanze dei legali della società "la commissione nazionale giudicante decide il non luogo a procedere nei confronti del giudice di gara Rosa Bettiol, della società Atletica Silca Conegliano e del suo presidente Francesco Piccin".
Cadono le accuse della Procura Federale che sosteneva l'illiceità dei comportamenti dei tre soggetti coinvolti che avrebbero consentito la partecipazione di atleti non in regola con il tesseramento. Durante il "procedimento" federale, è stata sentita anche la Federal Internacional department della Fidal che ha fornito indicazioni sulle regole che si applicano alle competizioni internazionali. A sua difesa l'Atletica Silca Conegliano ha esibito anche una e-mail di precisazione e chiarimento proprio del Federal internacional department della Fidal secondo la quale "per quanto riguarda le manifestazioni internazionali in Italia non occorre nessuna autorizzazione Fidal affinché gli atleti gareggino, anche se extracomunitari".
L'avvocato Mirabelli nel corso del procedimento ha precisato, inoltre, che "gli atleti in questione si trovavano già in Italia e avevano partecipato regolarmente - nel mese di gennaio senza contestazioni o rilievi - ad altre manifestazioni ed erano inoltre in possesso di regolare visto d'ingresso in Italia". Tra i motivi della decisione della commissione di giustizia, anche il fatto che "dalle testimonianze e dagli elementi raccolti sembra evidente che gli incolpati abbiano agito in buona fede e che le indicazioni e le disposizioni ricevute dagli organi federali abbiano contribuito a orientare la loro azione. Le indicazioni circa la disciplina delle manifestazioni internazionali - per le quali non è prevista nessuna autorizzazione Fidal per la partecipazione di atleti stranieri - e la diffusione dell'elenco degli atleti che non potevano partecipare - disposta a gara avvenuta - hanno certamente indotto sia la società che il giudice Bettiol ad ammettere alla gara i concorrenti.
Nessuna negligenza o imperizia si può infatti addebitare". Concludendo, "il carattere internazionale della gara, le informazioni fornite dalla Fidal in merito alla partecipazione degli atleti stranieri e la pubblicazione a posteriori di un elenco di atleti autorizzati e legittimati a gareggiare in Italia escludono una volontarietà o una negligenza da parte dei tesserati e delle società affiliate che porta a conclusione di non responsabilità dei deferiti stessi".
Quello che resta, alcuni mesi dopo, è una via XX Settembre colorata di podisti e di "solidarietà", con la Fanfara dei bersaglieri e gli Amici di Diego ad aprire la corsa. Un nutrito serpentone che da Contrada Granda è passato nei vari quartieri cittadini (come Lourdes, Monticella, Campolongo) fino a San Vendemiano con ritorno per le vie del centro.
Accanto alla gara di 21,197 km, anche la Stracittadina del Cima, la marcia non competitiva di 6 km per tutti il cui ricavato, legato alle iscrizioni, è stato devoluto alla onlus Magica Cleme, per il progetto Il Giardino di Maria Sole. L'appuntamento, sempre internazionale, è per domenica 8 febbraio 2015, per un'altra intensa giornata di gare.