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18 aprile 2024

I venti e le onde

Categoria: Viaggi ed eventi -

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Felix Tabarly | commenti | (8)

Carissimi,

chissà quante volte ognuno di noi, guardando ai nomi dei venti, si è domandato il perché del nome bora o grecale o ancora scirocco. Trovo l’argomento affascinante, in quanto l’esperienza di marinaio ben si coniuga con quella di appassionato di cultura classica. Ma veniamo ai venti.

Nell’Odissea il dio dei venti era Eolo, che abitava sulle isole Eolie, alle quali ha dato il nome. È lui che aiuta Ulisse imbrigliando i venti in un otre, al fine di consentirgli un facile ritorno a Itaca, vanificato poi dalla cupidigia dei suoi compagni che lo aprirono, dando nuovamente inizio a bufere e tempeste.

Nell’Odissea il dio dei venti era Eolo, che abitava sulle isole Eolie, alle quali ha dato il nome.

Ma quali erano i venti di Omero? Alcuni parlano di 4 venti in corrispondenza dei punti cardinali (da Nord l’aparctias o borea da oros che significa montagne, da Est l’apeliotes indicante il sole, da Sud il noto da notos che significa umido e da Ovest lo zephiros o hesperus che significa oscurità o sera). Questi quattro venti sono evidenziati anche nella Bibbia.

Il sole, però, non sorge sempre a est né tramonta sempre ad ovest ma percorre un semicerchio pari a circa 50° gradi: per intenderci, il 21 dicembre, solstizio invernale, il sole sorge a est-nord-est (circa 60°) e tramonta a ovest-nord-ovest (circa 300°) mentre il 21 giugno, solstizio estivo, sorge a est-sud-est (circa 120°) e tramonta a ovest-sud-ovest (circa 240°). Ecco perché, secondo me, Omero considerava già sei venti. Essi erano Borea (da nord), Euro (60°, da eos = splendore), Apeliotes (120°), Notos (da sud), Argentes (= impetuoso, da 240°) e Zephiros (da 300°). Le direzioni del sorgere e tramonto invernali davano la direzione da cui provenivano l’Euro e lo Zeffiro, le direzioni del sorgere e tramonto estive davano le direzioni da cui provenivano l’Apeliotes e l’Argentes. I vecchi marinai non avevano la bussola e quindi probabilmente si orientavano proprio sulla base dei venti, che di massima erano costanti in funzione del periodo dell’anno in cui si navigava. Conoscere i venti significava poter navigare in sicurezza e quindi assicurare l’arrivo dei beni commerciabili nei porti di destinazione.

I vecchi marinai non avevano la bussola e quindi probabilmente si orientavano proprio sulla base dei venti

Chi va ad Atene, si imbatte nella “Torre dei Venti” che venne costruita nel II secolo a. C. in quello che oggi è considerato il foro romano. Qui i venti diventano otto in quanto la rosa dei venti, nel frattempo inventata dagli ateniesi, divide i 360° in spicchi di 45° ciascuno. La nuova disposizione dei venti vede quindi, partendo da nord, il Borea, il Cecia, l’Apeliote, l’Euro, il Noto, il Libico, lo Zeffiro e lo Scirone. Il passaggio a otto venti può voler significare che i greci erano in possesso di un sistema, forse una bussola primitiva, che indicasse il nord, a prescindere dalla stella polare. Come sappiamo tutti, la bussola è di origine cinese e fu importata in Europa forse da Marco Polo e posta nella rosa dei venti di origine greca da un immaginario Flavio Gioia di Amalfi.

Nella storia del Mediterraneo vi erano comunque altri venti che forse è necessario ricordare come i venti Efesii verso l’Egeo, il Mistral, la Bora (che per noi triveneti rappresenta l’antico vento da nord chiamato Borea), il Levante, lo Shlouq dalla Siria verso il Mediterraneo orientale, il Ghibli dalla Libia, il Vardarac dai Balcani verso l’Egeo, il Melteni dall’Ellesponto verso l’Egeo, i Llevantades provenienti dai settori orientali ecc. Ma oggi noi italiani a quali venti facciamo riferimento? Essi sono sempre otto e, cominciando da nord, si ha la Tramontana (dal latino trans montes), il Grecale, il Levante, lo Scirocco, l’Ostro o Austro (dal latino Auster che indica il sud) o Mezzogiorno, il Libeccio, il Ponente, il Maestrale.

Poiché sono un inguaribile romantico, cercherò di farvi ricordare con più facilità i loro nomi. Per far questo ponetevi sull’isola di Zacinto, cara al Foscolo. Da qui avete la Grecia a nord-est, la Siria a sud-est, la Libia a sud-ovest e la via maestra verso Venezia a nord-ovest. Ecco quindi che è logico parlare di Grecale, Scirocco, Libeccio e Maestrale. Gli altri quattro vanno ricordati così come sono.

Ecco quindi che è logico parlare di Grecale, Scirocco, Libeccio e Maestrale

Sono i venti che danno origine alle onde sulla base del fetch, che sintetizzo come superficie di mare aperto su cui il vento riesce ad avere effetto sulla creazione del moto ondoso, argomento che approfondiremo in un altro blog.

I venti, come dicono i marinai, vengono a differenza delle correnti che vanno. Seppur Seneca dicesse: “non esiste vento favorevole per chi non sa dove andare”, quando incontrate un marinaio augurategli anzichè “vento in poppa”, dal quale non ha nulla da imparare, “vento al mascone” (cioè, di prua): solo così si rafforzerà la sua abilità e bravura.

Alla prossima.



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Bel BLOG, Comandante! Permetta un ricordo eolico. Qualche anno fa da settentrione e verso il mezzogiorno cominciò a soffiare un tempestoso “Vento del Nord” che pareva avrebbe travolto con palingenetica furia i palazzi romani. Man mano che scendeva la nostra bella Italia (nave senza nocchiere in gran tempesta, secondo un certo Dante…) si è però depotenziato e disorientato a tal punto da trasformarsi, giunto nella Capitale, in una languida brezzolina che lì, nei salotti damascati del potere, chiamano con tenerezza “er Ponentino”.

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Caro Dottore,
da bambino ero affascinato da una trasmissione televisiva chiamata Almanacco. La sigla era splendida perchè oltre ad avere una musica travolgente mostrava una palma sferzata dal vento su di un isola che immagino fosse del Pacifico. Il vento da nord quando parte è pulito, nel senso che è privo di umidità, fresco, ma a seconda di dove soffia perde smalto e purezza. L'integrità di un vento è difficile da mantenere, perchè è corruttibile come le persone. I monti ne cambiano la direzione, il mare lo inumidisce, le variazioni di pressione atmosferica ne condizionano la forza e la spinta. Talvolta mi piacerebbe che il vento, indipendentemente che venga da nord o da sud, fosse tale da sferzare le palme come si vedeva in quel filmato ormai d'epoca che ho citato e che lei forse ricorderà. Ma la conformazione dell'Italia è tale che tutto si perde, tutto si riduce, tutto è terribilmente uguale. Ma vuole mettere con un bel uragano.

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Eccellente, Comandante! aspettiamo l'uragano...

PS: Magari lei in mare ne ha vissuto qualcuno. Qualche memoria di quel tipo ce la regala?

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Era il 1979, mese di novembre e mi trovavo a Tokio. Gli uragani nascono nel mezzo dell'Oceano Pacifico e puntano verso le Filippine. A quel punto o vanno verso occidente e si spengono nel delta del Mekong o virano verso nord e colpiscono il Giappone. Si chiama Tip e naturalmente virò a nord e ci prese mentre saggiamente eravamo in porto. Ricordo che uscii in coperta completamente bardato con cerate e materiale impermeabile e quando rientrai all'interno della nave ero bagnato dalla testa ai piedi. Il vento raggiungeva gli 80 nodi (circa 150 km orari). Esperienza che mi è rimasta dentro. Se fossimo stati in mare avremmo avuto delle oggettive difficoltà, anche perchè le ondate sono così alte che in alcuni casi entrano nei fumaioli e spengono i motori, con le conseguenze facilmente immaginabili. Quando si è in mare è sempre importante sapere cosa fare. Grazie e alla prossima.

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Se posso esprimere una aspettativa personale: si dilunghi su questi ricordi! Personalmente, per questo genere, ci vado pazzo.

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Giusto per dare un taglio globale, segnalo un bel "ventomondo" sul web:

http://earth.nullschool.net/#current/wind/isobaric/1000hPa/orthographic=20.77,11.90,278

Cliccando sulla parola EARTH si possono variare le impostazioni della visualizzazione.

Uno strumento che sarebbe stato molto utile agli antichi navigatori che veleggiavano sopratutto con il vento in poppa!

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Inizialmente sono colpito dalle mie vere iniziali che guarda caso sono DRF o RFD a seconda di come si vuol leggere il mio nome e cognome. A scrivere il suggerimento non sono stato però io ma un caro lettore che ci ha suggerito un sito davvero interessante e che non conoscevo. L'ho trovato fantastico e devo dire che mi sono perso nel ricercare i venti nelle varie parti del globo. Essendo anche un appassionato velista e amante dei viaggi in solitario mi sono soffermato su Capo Horn, l'Atlantico settentrionale e quell'area terribile che va dai 40 ruggenti ai cinquanta urlanti. Per chi non li conoscesse sono il 40esimo grado di latitudine sud e il 50esimo grado di latitudine sud. Questa è normalmente la zona utilizzata dai navigatori in solitario che effettuano il giro del mondo. Lì i venti sono davvero terribili. Una sfida per ogni uomo. Grazie e ai prossimi suggerimenti

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Inizialmente sono colpito dalle mie vere iniziali che guarda caso sono DRF o RFD a seconda di come si vuol leggere il mio nome e cognome. A scrivere il suggerimento non sono stato però io ma un caro lettore che ci ha suggerito un sito davvero interessante e che non conoscevo. L'ho trovato fantastico e devo dire che mi sono perso nel ricercare i venti nelle varie parti del globo. Essendo anche un appassionato velista e amante dei viaggi in solitario mi sono soffermato su Capo Horn, l'Atlantico settentrionale e quell'area terribile che va dai 40 ruggenti ai cinquanta urlanti. Per chi non li conoscesse sono il 40esimo grado di latitudine sud e il 50esimo grado di latitudine sud. Questa è normalmente la zona utilizzata dai navigatori in solitario che effettuano il giro del mondo. Lì i venti sono davvero terribili. Una sfida per ogni uomo. Grazie e ai prossimi suggerimenti

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Felix Tabarly

Ufficiale di Marina, esperto di storia navale, strategia, relazioni internazionali e comunicazione, materie che ha insegnato presso l'Istituto di studi militari marittimi. Scrive per riviste specializzate ed effettua conferenze a livello nazionale e internazionale su tematiche legate alla cultura marittima.

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