19/04/2024velature sparse

20/04/2024possibili temporali

21/04/2024poco nuvoloso

19 aprile 2024

Montebelluna

Veneto Banca svaluta azioni, occhio a risiko popolari

Favotto: “Serve dimensione europea”. Consoli, 2015 parte in utile

|

|

Veneto Banca svaluta azioni, occhio a risiko popolari

VOLPAGO DEL MONTELLO - Prima la trasformazione in Società per azioni, nel più breve tempo possibile perché tardare non serve, quindi la ricerca di un partner, sia esso un socio istituzionale forte o un altro istituto, quotato o meno, con il quale fondersi. E' la sintesi del programma per i prossimi mesi di Veneto Banca, con il primo passaggio obbligato ed il secondo subordinato alla semplice scelta di rimanere una sigla autonoma o il player "paritetico" di un soggetto di natura e dimensione confrontabili.

Mai nominato espressamente, il riferimento in quest'ultimo caso è alla Banca Popolare di Vicenza, sigla che viene data come la candidata più probabile e rispetto alla quale i pro e i contro si sono di fatto equilibrati nei vari interventi dei soci riuniti in assemblea.

L'assemblea, che ha approvato il bilancio 2014 con una perdita di 968 milioni, ha anche dato l'ok con oltre il 90% dei presenti alla svalutazione del valore delle azioni da 39,5 a 30,5 euro. Un tema, quest'ultimo, sul quale il Movimento dei Consumatori ha preannunciato un esposto alla procura della Repubblica di Roma dopo aver riceuto ''centinaia di segnalazioni'' e visto che ''per gli azioni, per i quali per mesi e' stato impossibile vendere titoli, si prospetta un notevole danno''.

 

A tenere banco, dopo il varo della riforma delle Popolari da parte del governo, è il risico bancario. L'ipotesi di un matrimonio con la Popolare di Vicenza, hanno indicato gli azionisti negli interventi, hanno vantaggi e svantaggi. I pro stanno sta nella contiguità territoriale e nella sostanziale omogeneità dei tessuti socioeconomici ai quali le due banche si rivolgono. I motivi a sfavore riguardano invece le debolezze evidenziate anche dal bilancio dell'istituto vicentino, simili a quelle di Veneto Banca, e la sovrapposizione della rete delle filiali in gran parte del Veneto centrale. L'ipotesi di fusione, invece, con un istituto già quotato è vista con favore in particolare da chi legge in questo percorso la possibilità di cedere le proprie partecipazioni, oggi di fatto molto difficilmente liquidabili.

La decisione sarà comunque assunta dopo l'esito del lavoro dell'advisor, individuato in Rothschild. "Quando arriveranno a configurare scenari anche numerici - ha detto il presidente, Francesco Favotto - cominceremo ad entrare nel vivo e valuteremo gli scenari.  L'importante è stare in partita, oggi occorre essere autorevoli in una dimensione europea". "Purtroppo - ha aggiunto - la politica italiana non pare essere particolarmente concentrata sull'importanza del sistema bancario come infrastruttura del paese e questo lascia le banche un po' per conto loro".

L'agenda, secondo quanto prospettato dal direttore generale, Vincenzo Consoli, prevede la possibilità di convocare una nuova assemblea entro l'estate per approvare una decisione in tal senso. Non vi dovrebbe tuttavia esserci che l'imbarazzo della scelta. "La banca è tornata in utile già nel primo trimestre 2015, con quasi 50 milioni - ha detto - e non è una donna che rimarrà senza marito".

 

Nella parte straordinaria l'assemblea dei soci Veneto Banca ha approvato la proposta di modifica di 14 articoli dello statuto sociale, finalizzato all'adeguamento a normative di legge e regolamentari.

La nomina di quattro consiglieri di amministrazione per gli esercizi 2015, 2016 e 2017: Graziano Gianmichele Visentin, Stefano Campoccia, Pierluigi Bolla e Matteo Zoppas. Contestualmente è stato nominato sindaco supplente Adolfo Bordin.

Il bilancio 2014, approvato dall'assemblea con il 91,2% dei voti, evidenzia il raggiungimento di un cet1 ratio pro-forma pari al 10,27%, oltre ad un positivo andamento della gestione tradizionale della banca, caratterizzata da una crescita del prodotto bancario lordo, da un incremento della raccolta diretta e indiretta (rispettivamente del 2,6% e del 7% rispetto a fine 2013) e dal continuo sostegno alle imprese dei territori dove opera l'Istituto, con oltre 2 miliardi di nuovi impieghi erogati nel 2014, nonché la crescita del 15,8%, superiore alla media nazionale, dei mutui immobiliari concessi.

 


| modificato il:

Leggi altre notizie di Montebelluna
Leggi altre notizie di Montebelluna

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×