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19 aprile 2024

Cultura

Vendita Valentino, Marzotto condannato a 10 mesi

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Vendita Valentino,  Marzotto condannato a 10 mesi

MILANO - Matteo Marzotto è stato condannato a dieci mesi nel processo milanese di primo grado sulla cessione di Valentino Fashion Group al fondo Permira. L'imprenditore si difende subito dopo la lettura della sentenza e non si fa intimidire: "Leggeremo le motivazioni e ci difenderemo in appello; è certo, però, che in questo contesto diventa difficile conciliare il fare impresa e investimenti". Anche la sorella Diamante è stata condannata a dieci mesi con la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna; stessa pena per l'imputato Massimo Caputi. Il pm Gaetano Ruta aveva chiesto per tutti una condanna a un anno e quattro mesi.

La reazione - "Siamo sempre stati convinti dell'infondatezza dell'accusa che è emersa limpidamente dall'istruttoria dibattimentale: tutte le carte e tutti i testimoni, sia dell’accusa sia della difesa, hanno infatti sempre confermato la nostra completa estraneità ai fatti. Per questo la sentenza del tribunale di Milano ci sorprende e fatichiamo a capire come due soci di minoranza che non hanno mai preso parte alla gestione della società possano essere considerati colpevoli di un reato eventualmente commesso dagli amministratori", spiega Matteo Marzotto che come gli altri imputati ha sempre escluso ogni ipotesi di patteggiamento.

"E' stato dimostrato durante il processo con articoli di stampa, nazionale e internazionale, e numerose testimonianze - tra cui quella dell’allora amministratore della società lussemburghese - che il sottoscritto, all’epoca dei fatti presidente di Valentino, è sempre stato contrario alla vendita della casa di moda, e il successivo sviluppo dell’azienda mi ha purtroppo dato ragione. Oggi sono stato condannato per un'operazione, la cessione di Valentino, alla quale mi ero opposto con tutte le mie forze, visto che il mio unico intento, acquisendo le quote di Icg, era quello di consolidare il controllo e impedire così le scalate ostili che da più parti si paventavano".

L'accusa - Per tutti gli imputati l'accusa è di omessa dichiarazione dei redditi e riguarda l'operazione che nel 2008 aveva portato la società Icg a cedere al fondo Permira il marchio Valentino Fashion Group. Vendita effettuata, secondo l'ipotesi accusatoria, senza pagare in Italia i 71 milioni di imposte dovute sulla plusvalenza da 200 milioni realizzata da Icg in Lussemburgo. Un "fenomeno di esterovestizione" di una società con "sede legale all'estero ma gestita completamente dall’Italia", a usare le parole del pm Ruta durante la requisitoria. Oggi il giudice ha disposto il dissequestro e la restituzione delle somme che erano state sequestrate agli imputati, oltre a concedere loro le attenuanti. "Per quanto concerne mia sorella Diamante - aggiunge Matteo Marzotto - è stata dimostrata, con documenti e testimonianze, la sua estraneità ai fatti, essendosi occupata solo della sua famiglia per tutta la vita, senza mai interessarsi alla gestione delle aziende".

Difesa pronta a fare ricorso - E conclude: "Si è colpevoli soltanto dopo una sentenza definitiva e questo è solo il primo grado, così come era accaduto in altri e noti casi che la stessa procura ha richiamato durante il processo e per i quali la Cassazione ha infine escluso ogni addebito. Leggeremo le motivazioni e ci difenderemo in appello; è certo, però, che in questo contesto diventa difficile conciliare il fare impresa e investimenti".

 



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