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19 aprile 2024

Treviso

Vendevano auto di lusso senza fattura. Contestati 31 mln di evasione

Gli indagati possedevano due ville, una terza era in costruzione nel trevigiano

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Vendevano auto di lusso senza fattura. Contestati 31 mln di evasione

VENEZIA - Non avevano mai presentato la denuncia dei redditi, se non in un caso segnando sul 730 appena 15 mila euro per ottenere un terreno dal Comune, i quattro italiani di etnia Rom che avevano venduto dal 2004 al 2012 più di 500 auto di lusso eludendo il fisco per 31 milioni di euro.

Nel frattempo, con il denaro incassato, gli indagati - sorella fratello, figlio di questi e la convivente -, avevano costruito due ville a Salzano (Venezia) e a Mirano, mentre una terza era in costruzione a a Cessalto (Treviso).

A Mirano avevano ottenuto dal Comune nel 2007 un lotto di terreno in area di edilizia popolare dietro un'autocertificazione di un reddito sotto i 15.000 euro per l'anno d'imposta 2005, riuscendo così a spuntare il miglior punteggio e aggiudicandoselo.

Il valore complessivo degli immobili, posti sotto sequestro preventivo dalla magistratura lagunare, è stato indicativamente stimato in quasi 550 mila euro. Sequestrate anche undici auto, alcune di alta gamma, del valore di oltre 300mila euro.

Da ultimo, i finanzieri hanno proceduto al blocco dei conti correnti bancari dei quattro indagati. Si tratta di un patrimonio particolarmente ingente, costituito negli anni grazie alla costante evasione fiscale, che ha consentito agli indagati di ottenere un illecito vantaggio competitivo vendendo auto nuove e a Km0 con sconti oltre il 30%.

A scoprirlo la Guardia di finanza di Mirano dopo un controllo a una società che si è scoperto avere un indirizzo fittizio, come falso era l'indirizzo di casa di alcuni indagati che vivevano in un campo Rom. Il nucleo familiare aveva creato un commercio di tutto rispetto, con la compravendita occulta di auto lusso (soprattutto Audi, Bmw e Mercedes, Ferrari, Jaguar, Lamborghini e Porsche), operando sia mediante annunci su un sito internet, creato ad hoc dal figlio, che tramite auto concessionarie.

Ma l'attività era sconosciuta al fisco e solo dopo l'accertamento della finanza è stata fatta nel 2013 la dichiarazione dei redditi, denunciando per l'anno 2012 un milione di euro. Troppo tardi, visto che la verifica era già conclusa. Sospettando interventi degli investigatori, gli indagati hanno in più occasioni simulato l'alienazione o la donazione del proprio patrimonio, intestando i beni a dei prestanome e 'oscurando' il sito internet per far perdere ogni traccia. Tutto vano perchè le fiamme gialle sono riuscite a ricostruire interamente il giro d'affari illecito di 12 anni.

 


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