UNITÀ D’ITALIA, A CASTELFRANCO VIETATO IL TRICOLORE
Il Comitato frazionale di Salvatronda aveva richiesto di esporlo dal 17 marzo, ma il Comune ha negato il permesso
CASTELFRANCO – Negato il Tricolore per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Succede a Castelfranco. Il Comitato frazionale di Salvatronda aveva richiesto al Comune guidato dal sindaco leghista Luciano Dussin di poter esporre la bandiera italiana all’esterno dell’auditorium del paese “Graziotto”. L’idea era di lasciarla a partire dal 17 marzo (in cui è in programma una rievocazione storica dal titolo “L’Italia s’è desta! Storie e canti sul risorgimento dei Castellani”, a cura di Carlo Simioni) e fino al 31 dicembre.
Ma dal Comune, alla richiesta formale presentata dal Comitato, è giunta una risposta negativa. «Si informa – recita la risposta a firma del dirigente del Settore Tecnico del Comune Agostino Battaglia (in allegato) – che la normativa vigente in materia sull’uso della bandiera prevede la sua esposizione all’esterno di edifici dove hanno sede centrale gli organismi di diritto pubblico. Nell’elenco degli edifici non rientra il fabbricato comunale in oggetto».
In sostanza l’edificio non sarebbe idoneo per l’esposizione del Tricolore, stando a quanto si capisce dalla nota. Anche se, essendoci di mezzo la Lega, già in tanti pensano che il niet sia arrivato per altri motivi.
«Quando abbiamo visto che hanno risposto negativamente alla nostra richiesta ne abbiamo preso atto e ci siamo adeguati – afferma il referente Vincenzo Pelloia, anche se l’aria è quella di chi vorrebbe dire ben altro - Non ci va di fare polemiche, ognuno tragga le proprie conclusioni».
Il Partito Democratico ha già fatto la sua dichiarazione di guerra e si dice pronto a convocare un Consiglio comunale straordinario sul tema se non ci sarà un passo indietro da parte dell’Amministrazione. «È un atto del tutto arbitrario dell’Amministrazione – attacca il capogruppo del Pd Sebastiano Sartoretto – e peraltro il sindaco non può nascondersi dietro ad una risposta del segretario comunale. Si nasconde dietro al linguaggio burocratese, invece sarebbe giusto dicessero come stanno le cose: non sono d’accordo con le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia».
«La politica si deve fare a viso aperto – incalza – e devono dire apertamente se non sono d’accordo con l’esposizione della bandiera: si assumano la responsabilità delle loro azioni. La questione è politica, le leggi non c’entrano. Stanno impedendo a dei cittadini di manifestare il loro pensiero come in un regime – dice ancora – Se non provvederanno a breve a revocare il divieto, noi convocheremo un Consiglio comunale su questo argomento. Vogliamo che si sappia come l’Amministrazione si comporta coi propri cittadini».
Matteo Ceron