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28 marzo 2024

Treviso

Una lapide a Monigo per ricordare il lager della Caserma Cadorin

Nicolò Rocco: "Gesto di memoria e di pace"

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Una lapide a Monigo per ricordare il lager della Caserma Cadorin

TREVISO- Il consiglio comunale di Treviso ha approvato all’unanimità una mozione presentata dal consigliere comunale Nicolò Rocco e sottoscritta da molti gruppi di maggioranza e minoranza, per istituire una lapide commemorativa all’esterno della Caserma Cadorin nel quartiere di Monigo.

La struttura dal luglio 1942 fino all’Armistizio (settembre 1943) venne convertita in un campo di concentramento per civili sloveni e croati. A causa delle durissime condizioni morirono almeno duecento persone, di cui cinquantatre bambini. «La vergogna del lager di Treviso è rimasta ignorata se non addirittura nascosta per molti anni. Grazie ad istituti come l’ISTRESCO, alle scuole o a personalità della società civile come Francesca Meneghetti, autrice di un libro dedicato al campo di concentramento della Cadorin, nel tempo si è creata la voglia di conoscere e riscattare una pagina buia della nostra storia» spiega il consigliere comunale del Partito Democratico Nicolò Rocco.

 

Dal 2013 esiste un bassorilievo in Piazza dell’Umanesimo Latino, ideato dagli studenti del liceo artistico e dedicato alle vittime del periodo di prigionia, il cui calco originale, donato ai giovani universitari, è esposto nell'aula studio della Cappellania Universitaria Oasi Santa Bertilla adiacente. Con la mozione votata dal consiglio il comune di Treviso si impegna a porre una lapide anche nei pressi della struttura militare. «Ogni giorno migliaia di persone percorrendo la Feltrina passano a fianco delle mura della Cadorin» - prosegue Rocco - «Non verrebbe mai in mente che lì dentro si sia consumata quella che Hannah Arendt chiama la banalità del male. Se il male è banale penso però che il bene non lo sia e vada ricercato anche con gesti semplici. Partecipando alla Giornata della Memoria e alla Giornata del Ricordo organizzate dall’amministrazione ho pensato che il tempo sia in grado di unire i popoli e lenire le ferite. Sta al nostro impegno impedire che i nazionalismi riaprano quelle ferite».

 


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