Troppo lungo non lo vogliamo
Panevin, le dimensioni? Contano. E Zaia si batte per difenderle
SUSEGANA - E' tempo di tagli: anche per i "panevin". Il tradizionale falò del 5 gennaio, da quest'anno, avrà le sue (modeste) misure. La questura di Treviso ha dettato legge a privati, Pro Loco e associazioni: in provincia, i falò non devono superare i 5 metri di altezza. E per chi dovesse spingersi un po' più in là, sono previste salatissime multe. La decisione del questore Tommaso Cacciapaglia è stata dettata dalla necessità di "tutelare la salute pubblica". Accendere fuochi enormi - queste le motivazioni - è un'azione che metterebbe in pericolo un sacco di gente, e notevoli potrebbero essere "le ripercussioni sulla salute derivanti dall'ingestione di fumi".
Issare la vecia troppo in alto, insomma, non si può. Non più. E se in molti non avranno bisogno di ridurre le dimensioni dei loro falò rispetto alle edizioni passate, per qualcuno, i 5 metri massimi, saranno davvero una stroncatura. Per Susegana, ad esempio, e per Arcade, i due comuni che ogni hanno fanno a gara per chi ce l'ha più lungo, per chi ce l'ha più grosso. Toccando solitamente i 18 metri di altezza, i due storici mega falò della provincia saranno ora costretti ad abbassare la testa. O meglio: la vecia. E accontentarsi di meno di un terzo della loro dimensione standard.
E mentre il sindaco di Susegana Vincenza Scarpa sostiene che, in fondo, le dimensioni non contano e che tutto ciò può essere visto come un ritorno alla tradizione, il primo cittadino di Arcade, Domenico Presti, pare abbia intenzione di chiedere una deroga al taglio. Della serie: ci facciano fare le cose in grande, e cambino le regole a Epifania conclusa. Ma a incazzarsi più di tutti, per la decisione della questura, è il presidente del Veneto, Luca Zaia.
Coneglianese doc, Zaia ci tiene alla tradizione, al panevin, e al vin brulè. Vuole che la vecia sia ben in vista, quando viene bruciata. E non gli pare il caso di infliggere tale "duro colpo" alla cultura rurale veneta. "Resto convinto - ha spiegato Zaia - che i panevin, fatte salve le regole di sicurezza relative alla distanza del pubblico e alla presenza di estintori, siano opere uniche alle quali non devono essere posti limiti di altezza e dimensioni". "Comprendo le preoccupazioni del questore di Treviso per la sicurezza - ha specificato - ma sono anche vicino alla comunità trevigiana nel difendere una tradizione che si perde nella notte dei tempi". Una tradizione che deve restare libera da ogni vincolo, imposizione, limite o divieto. Perché per il governatore, le dimensioni, contano eccome.