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28 marzo 2024

Treviso

Nella Marca troppe piscine e pochi iscritti

Assonuoto e Federazione lanciano l’allarme: "Troppi impianti rispetto alla domanda e costi di gestione insostenibili"

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piscine comunali

TREVISO - In dieci anni le piscine sono raddoppiate. Se prima del 2008 la media era una piscina ogni 20mila abitanti oggi ne abbiamo uno ogni 10mila. L’allarme arriva dalle società sportive che gestiscono impianti natatori pubblici nel Veneto, un’attività la cui sostenibilità è messa sempre più a rischio dall’affollamento di un’offerta che supera abbondantemente le reali esigenze della domanda.  Il tema è stato affrontato durante un convengo di aggiornamento tecnico promosso da Assonuoto, associazione regionale dei gestori di piscine, e Fin Veneto, comitato regionale della Federazione nuoto, riunite a Preganziol.

“In questi ultimi anni in tutto il Nordest sono sorti numerosi impianti, realizzati anche in sinergia pubblico-privato, sulla spinta di una situazione economica che sembrava favorevole – afferma Roberto Cognonato, presidente di FIN Veneto - la crisi in questo settore è arrivata in ritardo e quando ha cominciato a farsi sentire i gestori hanno dovuto fare i conti non solo con il calo degli ingressi, dettato dalla minore disponibilità delle famiglie, ma anche con un’eccessiva concentrazione di strutture. Così si spiega come mai oggi dei 100 impianti pubblici presenti in Veneto almeno un terzo si trovi in situazione di difficoltà economica”.

Parallelamente i costi energetici sono aumentati, specialmente per quegli impianti storici che presentano strutture obsolete e i comuni non sono più in grado di sostenere i costi di manutenzione straordinaria e molte società sportive se ne sono assunte l’onere, sottoscrivendo piani finanziari molto impegnativi in cambio di un allungamento della convenzione stipulata con l’ente comunale. E sul territorio non mancano i casi di impianti abbandonati per impossibilità di sostenere gli alti costi di gestione. “D’altra parte, se le manutenzioni straordinarie coprono una fetta importante del bilancio di gestione di una piscina, struttura soggetta ad elevata usura - spiega Alessandro Valentini presidente di Assonuoto - non da meno sono le spese per la manutenzione ordinaria (negli impianti più a norma pari ad almeno 70mila euro l’anno) e, soprattutto, quelle relative ai consumi energetici, voce appesantita dal recente aumento del costo della materia prima, pari al 38,2% per l’energia elettrica e al 56,7% per il gas: incrementi che hanno reso vani molti degli investimenti di efficientamento energetico realizzati dalle società sportive in questi anni”.

“In questo quadro fosco, ciò che è a rischio è un servizio pubblico, a forte carattere sociale, che nonostante le difficoltà le società sportive continuano a svolgere per il benessere fisico della collettività e a favore di moltissime tipologie di utenti” - sottolinea Cognonato. Per questo le associazioni chiedono “una revisione delle regole che governano questo servizio e la sua distribuzione nel territorio. La nostra regione non necessita di nuovi impianti - conclude Assonuoto -semmai di investire sugli esistenti, per garantire la continuità di un servizio alla comunità e la tenuta del movimento sportivo. Ci piacerebbe che tra le deleghe richieste nell’ambito del negoziato sull’autonomia del Veneto ci fosse anche quella allo sport, per poter intervenire e trovare una soluzione su base regionale a questa situazione”.

 


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