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20 aprile 2024

Treviso

A Treviso esecuzioni immobiliari in affanno, investitori in fuga

L'allarme lanciato dagli avvocati, Sonego:“Chiedono tempi certi:da noi si fissano al 2019 udienze per pignoramenti del 2015“

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A Treviso esecuzioni immobiliari in affanno, investitori in fuga

TREVISO – Tra carenze di personale amministrativo, udienze fissate a cinque anni dall’inizio dei pignoramenti e atti telematici che vengono scaricati solo in prossimità, se non oltre, la scadenza fissata, la sezione delle esecuzioni immobiliari del tribunale di Treviso è in affanno. Per questi molti investitori preferiscono volgere altrove i loro interessi.

“Il grosso problema di Treviso – afferma il presidente dell’ordine degli avvocati di Treviso Massimo Sonego in occasione della assemblea degli avvocati del Triveneto che si svolgerà sabato 17 novembre - è la tempistica soprattutto nel settore delle esecuzioni immobiliari: oggi si fissano ai primi mesi del 2019 le udienze di comparizione parti di pignoramenti eseguiti nel 2015. Va dato atto che da quando la sezione esecuzioni ha beneficiato dell’innesto di due magistrati due anni fa la situazione è migliorata. Ma complessivamente il problema c’è ed è serio.

Si parla di processo civile telematico e informatizzazione, ma qui manca, molto semplicemente, il personale amministrativo che, dove c’è, spesso è prossimo alla pensione e non viene rimpiazzato”. Col risultato che, ad esempio, le buste telematiche relative alle esecuzioni non vengono quasi mai scaricate in tempo utile. Quindi, se oggi avviene il deposito per via telematica di un ricorso in opposizione ad una esecuzione e l’udienza è fissata tra quattro mesi, il giudice leggerà materialmente l’atto, e il condizionale è d’obbligo, il giorno prima dell’udienza stessa. “Lo scarico delle cosiddette buste telematiche avviene solo in prossimità delle udienze perché il personale è poco e non riesce a stare dietro alla mole di lavoro. Ma si sono anche verificate situazioni in cui il giudice dell’esecuzione – prosegue Sonego - si trova davanti gli avvocati delle parti senza avere conoscenza di istanze presentate dalle parti stesse semplicemente perché non sono state scaricate. Risultato? Un rinvio. Il processo civile telematico, bisogna ricordarlo, è uno strumento. Ma non fa il lavoro da solo al posto del personale”.

Il problema sembra colpire a Treviso più che altrove in Veneto con riflessi pesanti su come il sistema giustizia della provincia viene percepito all’esterno. “La principale preoccupazione di un investitore straniero che vuole investire a Treviso è la tempistica del recupero dei crediti nel momento in cui dovesse sorgere un problema. – spiega Sonego – La tempistica del recupero crediti è la prima cosa che ti chiedono prima di investire un solo euro”.

L’ordine, conclude Sonego, è assolutamente disponibile a collaborare con il tribunale per migliorare la situazione della sezione esecuzioni. “Abbiamo già messo a disposizione degli uffici della procura due persone riconoscendo, come ordine, un rimborso forfettario per l’attività che svolgono – afferma - Si tratta di personale in pensione che svolge questa attività per spirito di servizio. L’iniziativa funziona ed è giunta al quarto anno. Se si volesse estenderla anche ad altri uffici, noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Nel corso dell’assemblea in programma domani saranno presentate anche le linee guida elaborate dalla commissione istituita dall’unione dei consigli degli ordini degli avvocati del triveneto in materia di immigrazione.

“L’unione triveneta ha ritenuto di dover dare il proprio contributo in questo settore a seguito delle difficoltà che si sono manifestate nella gestione delle numerosissime richieste di protezione internazionale e il conseguente aumento del contenzioso degli uffici giudiziari – spiega Patrizia Corona, presidente dell’unione triveneta dei consigli dell’ordine degli avvocati - Le linee guida elaborate vogliono quindi essere un contributo per l’armonizzazione delle prassi dei tribunali, ma anche per lo snellimento dei carichi di lavoro di tutti gli operatori al fine di un rapido ed efficace accertamento della sussistenza o meno dei diritti dei richiedenti la protezione”.

 



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