A TREVISO 2.193 LICENZIAMENTI NEL PRIMO TRIMESTRE
Lo riferisce la Cgil: trend ancora più preoccupante dell’anno scorso
TREVISO - Se nel 2010 le persone che hanno perso il posto di lavoro in provincia di Treviso sono state 7.259, dato peggiore del triennio, il 2011 inizia con un trend ancora più preoccupante perché le espulsioni contate da gennaio a marzo sono già 2.193.
Il dato giunge da uno studio della Cgil di Treviso, la quale evidenzia anche che il 27% degli interessati è di nazionalità straniera e che la grande maggioranza delle procedure di mobilità, pari a 1.418 casi, proviene dalle aziende di piccole dimensioni, cioé quelle per le quali gli ammortizzatori sociali sono minimi. L'analisi pone inoltre in rilievo il fatto che sono in forte crescita anche i licenziamenti di personale amministrativo, corrispondente al 36% del totale, contro una media del 28% registrata nel corso del 2010.
I settori colpiti dalle perdite di occupazione sono, come prevedibile, soprattutto il metalmeccanico (41% del totale), il tessile-abbigliamento (20%) e legno arredo e affini (17%). Molto evidente, fra le categorie non tutelate da ammortizzatori, l'emorragia di lavoratori dal terziario (31%) e dall'edilizia (28%). Si tratta, per lo più, di nuovi disoccupati in generale "anziani", dato che appena il 5% dei licenziamenti totali riguarda gli under 30.
"Diventa fondamentale - è il giudizio di Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale - dare vita al patto per lo sviluppo recentemente siglato con Unindustria Treviso e, allo stesso tempo, costruire con le categorie economiche che rappresentano gli artigiani, l'agricoltura, il terziario e la cooperazione, un Patto di portata provinciale che estenda le tutele ai lavoratori colpiti dalla crisi".