Torna Miss Italia. E apre allo ius soli
A settembre la 75^ edizione del concorso: al diavolo la cittadinanza italiana!
| Emanuela Da Ros |
ROMA – “Eh già. Sembrava la fine del mondo ma è ancora qua. Ci vuole abilità”.
Nessuno lo saprebbe dire meglio di Vasco Rossi. Per cui prendiamo a prestito le sue parole per annunciare (come fa Tv Sorrisi e Canzoni nel settimanale oggi in edicola) che Miss Italia c’è. Ancora. E nonostante tutto.
Il mondo può scompisciarsi, corrompersi, affondare, ma la passerella di Miss Italia continuerà a veleggiare sulle acque calme del folcklore nazionale: una piscinetta gonfiabile nel mare in tempesta degli eventi veri.
Dall’11 al 14 settembre La7 manderà in onda la finale del concorso che è arrivato (appena acciaccato, decisamente demodè) alla 75^ edizione. Patron del chiamiamolo-evento Patrizia Mirigliani: conduttrice delle 4 serate in programma – indovinate un po’? – Simona Ventura.
Il concorso inizierà dalla spiaggia. Il 25 agosto arriveranno a Jesolo le 193 ragazze finaliste, scelte durante le centinaia di selezioni che si stanno ancora svolgendo in tutta Italia. Dal 26 al 28 agosto la giuria tecnica ne sceglierà 60. Poi, sul sito del concorso, www.missitalia.it, verranno pubblicati i nomi delle 24 finaliste in gara il 14 settembre. “L'età minima per partecipare – spiega la patron di Miss Italia - resta fissata a 18 anni, ma viene estesa a 30 l'età massima. Possono partecipare anche le ragazze che non hanno la cittadinanza italiana, purché siano nate in Italia. Per la prima volta tutte le Miss, anche quelle con la fascia regionale, accederanno alle prefinali.”
La novità del concorso, che vedrà come sempre alcune fanciulle sculettare in costume davanti a una “giuria tecnica” (chissà che vuol dire), è dunque un innalzamento dell’età della bellezza (potrebbe esserci una miss trentenne) e – almeno in passerella – l’ingresso dello ius soli: l’eventuale Miss Italia potrebbe anche non avere la cittadinanza italiana (tiè).
Per il resto, sarà tutto un chiacchierare del nulla, un ondeggiare di chiome lustrate e una sfilza di sorrisi tirati: l’apoteosi della tristezza/bellezza in vetrina, a beneficio dei nostalgici che pensano ancora alla Lollobrigida (con quattro taglie di meno). “Bisogna che tutto cambi perché nulla cambi”, dice il Gattopardo. Ma il concorso di Miss Italia cambierà pochissimo, perché – a 75 anni – vuole restare quello di sempre.
Saranno le figurine femminili al centro dell’attenzione (o meglio: delle occhiate di giuria e pubblico) e di sicuro nessuno accennerà alle quote rosa, visto che al concorso l’azzurro è proprio bandito. Eppure se la manifestazione dovesse – sia mai - veicolare l’idea della bellezza nostrana dovrebbe aprirsi ai maschietti. Anche loro dovrebbero sfilare accanto alle miss. In mutande ovviamente. In una passerella mista, intersessuale che dovrebbe avere almeno un'altra etichetta: Miss e/o Mister Italia. E al posto di quella lagna della Ventura, a presentarla potrebbe essere chiamato uno che almeno riesce a dire qualcosa: che so?, Travaglio.
Ma sono io che devo suggerirle certe cose?
Emanuela Da Ros