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24 aprile 2024

Vittorio Veneto

Il tesoro sepolto della Val Lapisina VIDEO

Un escursionista trova un forziere. Ed è subito storia, e leggenda

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Il forziere

VITTORIO VENETO - Trova un tesoro smarrito dagli austriaci, lo nasconde nel letame e poi, passato il pericolo d'essere scoperto, usa quelle monete d'oro per creare un borgo di montagna. Finora nella trevigiana Val Lapisina, questa era una leggenda come tante. Il ritrovamento del forziere ottocentesco nella vetrina del negozio dei discendenti di quel fortunato progenitore, però, trasforma la leggenda in storia. La scoperta è di Giovanni Carraro, imprenditore che per passione da anni percorre le Prealpi venete in lungo e in largo per riscoprire storie e luoghi nascosti da far rivivere in dettagliate guide escursionistiche. Proprio lavorando a un libro sul Visentin, la montagna che sovrasta la valle, è risalito al tesoro misterioso.

Il punto del ritrovamento

«Quando ho fatto vedere il forziere a uno dei pochi anziani nati e rimasti in quei borghi, l'emozione è stata forte – assicura Carraro raccontando una delle fasi finali della ricostruzione storica compiuta -. Gli austriaci a metà Ottocento persero quel tesoro per strada e chi lo ritrovò comprò terreni e creò borgo Brigola. Oggi purtroppo di quel versante pieno di famiglie dedite alla pastorizia non rimangono che paesi tristemente spopolati e sentieri dimenticati. Spero che la scoperta di questa storia possa aiutarci a far riscoprire questi angoli di paradiso».

 

Il settantacinquenne Orlando Beltramin è stato la fonte orale dalla quale è partita la ricerca di Giovanni Carraro. La leggenda raccontava che, durante l’occupazione austrica, a metà Ottocento, le truppe erano solite transitare per le tortuose strade della Val Lapisina, facendo sosta nei vari borghi, come a Pié di Fadalto. Qui un giorno si fermò una guarnigione che aveva con sé un forziere postale. Quando la marcia riprese, il tesoro rimase lì. A scoprirlo tale Antonio Balbinot, il quale, per proteggersi, lo nascose per qualche giorno nel letame. Aperta la cassa, ecco le monete d'oro con le quali comprare da ricche famiglie di città molti terreni della zona per far nascere borgo Brigola.

Le fonti documentali confermano la vicenda: sulle mappe catastali conservate all'Archivio di Stato di Treviso a inizio Ottocento nella località ci sono solo alcune stalle, mentre qualche decennio più tardi compare la borgata. Leggenda o sorprendente realtà storica? «Il fatto che tra gli anziani del luogo sia ancora vivo il ricordo di questo episodio e soprattutto che esiste realmente un forziere austriaco oggi custodito ad Oderzo, a poche decine di chilometri da quella valle, da alcuni discendenti del fortunato scopritore Balbinot, sembrano avvalorare l'incredibile vicenda sulle origini del borgo», conclude Giovanni Carraro, scrittore ed esploratore tra i segreti delle Prealpi venete.

 

Il servizio di Rai del 22 marzo

 



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