"Taglio legna per sport"
Dai boschi di Fregona al campionato italiano dei taglialegna: la passione del fregonese Luca Armellin
| Claudia Borsoi |
FREGONA - Una passione che è diventata una professione. E ora anche uno sport da praticare con l’obiettivo di vincere il campionato italiano di taglialegna Stihl Timbersports. Luca Armellin, fregonese 25enne, a luglio ha partecipato per la prima volta alla gara nella categoria “rookies”, riservata ai neofiti. Unico trevigiano al campionato, Armellin si è messo alla prova nelle quattro discipline di base. Motosega o ascia in mano, ha dovuto esprimere capacità tecniche e di precisione, prima che di forza.
Luca, come nasce la passione per il mondo dei boscaioli?
«Ho studiato agraria a Conegliano e poi mi sono subito inserito nel mondo del lavoro, tro- vando un’occupazione in un ditta che si occupava di giardinaggio. Poi, un anno e mezzo fa, ho deciso di mettermi in proprio, aprendo la mia ditta, l’ArrampiGarden, occupandomi di potature e abbattimento di alberi ad alto fusto, quello che in gergo viene detto tree climbing, e di giardinaggio».
Una passione che è diventata anche uno sport da praticare...
«Sì, avevo visto qual- che video dei campionati italiani Stihl Timbersports sui social e su YouTube. Mi sono incuriosito ed ho iniziato ad in- formarmi su questo sport, partecipando in seguito a vari training camp utili per avvicinarmi a questa disciplina, incontri che mi hanno anche permesso di capire se sono portato. E dallo scorso anno ho iniziato ad allenarmi a casa».
Non si tratta, però, solo di tagliare legna...
«In effetti è uno sport che richiede molto allenamento, perché la tecnica va molto perfezionata. Al campionato organizza- to da Stihl Timbersports, unico in Italia e porta di accesso ai campionati europeo e mondiale, ci sono varie gare. Ad esempio una delle prove è rimanere in equilibrio in piedi sopra ad un tronco e con un’ascia romperlo in due pezzi. Un’altra è tagliare con la motosega due fette di tronco nel minor tempo possibile oppure spezzare con l’ascia un tronco in piedi in due pezzi. E poi ancora tagliare con il segone, nel minor tempo possibile, una fetta di tronco».
Come è andata la prima partecipazione al campionato italiano?
«È andata molto bene come prima vol- ta. Avevo molta adrenalina ed ero molto emozionante. Il pubblico dava energia. È stato molto bello, per- ché è uno sport poco sentito, ma che regala molte emozioni. Dal prossimo anno farò parte della cate- goria Pro».
Cosa richiede questo sport?
«Abilità e tecnica. I muscoli, sì, vanno bene perché maneggi cose pesanti che vanno controllate in aria come l’ascia, ma senza tecnica si fa poco. Per questo serve molto allenamento. Questo sport richiede sia dell’at- trezzatura specifica, come ascia, motoseghe e segone, sia strutture dove appoggiare i tronchi, sia il legname, che fortunatamente mi viene passato dallo sponsor De Luca Biomasse. Dunque non è così facile da praticare. Si tratta di uno sport individuale e non ci sono molte persone che lo praticano: io sono l’unico trevigiano. Altri atleti più vicini sono a Feltre e a Sequals. È uno sport che non ha un’età precisa, perché si va dai vent’anni e si arriva ai 50enni, ma per il quale serve allenamento ed esperienza per migliorare la tecnica».
E, venendo al lavoro di tree climbing, questo piace ai giovani?
«I giovani che approdano a questo ambi- to lavorativo sono pochi, perché richie- de molta fatica e sacrificio. D’estate si lavora con il caldo, in inverno fa molto freddo. Eppure di lavoro da boscaiolo ce n’è molto, ma pochi praticano il tree climbing».