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25 aprile 2024

Treviso

"Sulla scheda elettorale, nome e cognome"

Riforma elettorale, disoccupazione, tagli alla casta le priorità per De Poli

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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TREVISO - Proseguiamo il nostro percorso tra i senatori legati al territorio trevigiano, alla vigilia dell' insediamento delle nuove Camere, previste per il 15 marzo, con un' intervista a Antonio De Poli, senatore Udc. Notoriamente al Senato ci sono quattro gruppi ancora "titubanti" sulle modalità per sbloccare la situazione. Qualcuno ha già minacciato il "tutti a casa!", sarebbe il primo miracolo della casta, presa tutta assieme, ma con responsabilità individuale, dal momento che, con buona pace di Grillo, la Costituzione Italiana in modo esplicito prevede che ogni parlamentare risponde alla nazione e non alla casacca con cui è stato eletto. I riflettori internazionali sulla scena politica italiana dovrebbero spingere per scelte responsabili, per il Paese.

 

Analisi del voto. Qual è la sua fotografia delle ultime elezioni politiche?

L’area politica dei moderati ha retto bene l’urto tra l’ondata di antipolitica di Grillo e il populismo di Berlusconi. In Veneto con la lista Monti abbiamo raggiunto un risultato significativo con l’11%. E’ chiaro che sapevamo che l’Udc avrebbe pagato pegno. Ci aspettavamo che la lista Monti avrebbe eroso i nostri consensi ma lo avevamo messo nel conto. Era importare lavorare per un progetto politico più grande. Oggi, grazie anche al sacrificio dell’Udc, è stato piantato il seme della responsabilità per arginare il populismo e dar vita alla stagione di una politica seria capace di intercettare una fetta importante di elettorato deluso.

 

Dopo-voto. Al di là delle posizioni che prenderà il partito, secondo Lei quale sarà la soluzione affinché si insedi prima possibile un nuovo governo?

Per me la priorità è dare un Governo al Paese: da questo obiettivo nessuno di noi può prescindere e quindi ora è necessario far sì che le forze politiche in campo trovino un accordo che garantisca governabilità. Sarebbe auspicabile un Governo di larghe intese. Noi per ora restiamo all’opposizione, poi si vedrà. E’ chiaro che di volta in volta valuteremo i provvedimenti che verranno presentanti in Parlamento e li voteremo o, al contrario, li bocceremo. Senz’altro il nostro sarà comunque un atteggiamento responsabile che vuole guardare al bene del Paese e superare gli scontri ideologici, il muro contro muro che ha visto, per anni, contrapporsi destra e sinistra.

 

Agenda politica. Qual è sarà il progetto o i progetti e le proposte che vorreste realizzare?

Ciò di cui il Paese ha bisogno è innanzitutto affrontare l’emergenza disoccupazione, in particolare quella che riguarda i giovani. Un’altra emergenza da affrontare riguarda le imprese, schiacciate dalla stretta del credito e dalle difficoltà della crisi. Per noi qui in Veneto è fondamentale difendere il modello della piccola e media impresa, soprattutto artigianale. Inoltre, dovremmo realizzare una serie riforma della Pubblica amministrazione con l’eliminazione di tutti quegli enti pubblici inutili che costituiscono un costo improduttivo per la macchina amministrativa. Infine, tagliare i costi della politica, a partire dalla riduzione dei parlamentari, e riforma dell’attuale legge elettorale con la reintroduzione delle preferenze che deve restituire ai cittadini il diritto di scrivere il nome e cognome sulla scheda elettorale.

 


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