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25 aprile 2024

Treviso

STUPRATORE ARRESTATO GRAZIE ALLE SCARPE

Determinante l’intuizione di un agente della polizia ferroviaria che le ha riconosciute. A Parigi si stava per arruolare nella Legione Straniera

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TREVISO – Le scarpe ritrovate nel luogo dove si è consumata la violenza sessuale. Sono state le scarpe l’elemento determinante per arrivareall’arresto di Julio Cesar Zoluaga Aguirre, il 26enne colombiano accusato di essere lo stupratore della studentessa 21enne in stazione a Treviso. Le scarpe che un agente della polizia ferroviaria, Gerardo Guarino ha riconosciuto immediatamente.

Gli era venuto in mente che quelle stesse scarpe erano indossate da un colombiano, dieci giorni prima si era presentato proprio alla Polfer per denunciare lo smarrimento del portafogli. Aveva fatto centro: poco dopo Zoluaga era il sospettato numero uno. Tanto che la stessa ragazza violentata l’aveva riconosciuto dalle fotografie.

Da lì era partita la caccia all’uomo, conclusasi solo ieri in Francia, a Parigi, dove il 26enne colombiano era riuscito ad arrivare con l’aiuto di altre persone, amici e conoscenti, tra cui un cittadino della Costa d’Avorio a Parigi, nei confronti dei quali ora potrebbe essere formulata l’accusa di favoreggiamento.

Il sudamericano si trovava a Parigi perché lì voleva tentare di arruolarsi nella Legione Straniera. Ed è proprio all’esterno della caserma dove pare avesse già avviato le pratiche (stava facendo le visite mediche) per arruolarsi che è stato arrestato. Fatale è stata una telefonata da una cabina telefonica che si trova proprio all’esterno della caserma.

L'agente della Polfer Gerardo Guarino

«Avevamo il quadro completo della situazione dopo quattro giorni», ha affermato oggi il questore di Treviso, Carmine Damiano. Ha puntualizzato anche sulle polemiche sorte in seguito alla notizia che nove ore dopo la violenza sessuale si era presentato in caserma a Noventa di Piave. «Quel giorno non poteva essere fermato – ha detto – Non c’erano indizi gravi o prove a suo carico».

«Quando abbiamo completato il quadro con la certezza che fosse lui – ha detto ancora – abbiamo avvertito tutte le ambasciate europee. A Parigi era riuscito ad ottenere dei documenti, le ricerche si sono concentrate lì, fino alla cattura. Lo andremo a prendere appena possibile».

Sui tempi del trasferimento in Italia non ci sono certezze. Non basteranno quasi sicuramente dieci giorni. «Abbiamo emesso un mandato d’arresto europeo – ha dichiarato il procuratore della Repubblica Antonio Fojadelli – In queste ore è in corso la traduzione degli atti. Forse non saranno sufficienti dieci giorni per il trasferimento in Italia».

La conferenza stampa tenutasi oggi: da sinistra il procuratore Fojadelli, il questore Damiano ed il capo della mobile Della Rocca

«Determinante per arrivare all’arresto di questo soggetto particolarmente scaltro – ha affermato il dirigente della squadra mobile Roberto Della Rocca – è stata l’intuizione dell’agente della Polfer. La caccia non è stata comunque facile, dato che Zoluaga ha dimostrato di sapersi muovere con una certa prudenza».

Ne era forse fin troppo convinto lo stesse 26enne colombiano, il quale si era premunito di svariate schede telefoniche e cellulari anche di altri paesi per comunicare con le persone che in un modo o nell’altro l’hanno aiutato. «La polizia non mi prenderà mai…», si era lasciato sfuggire in una delle telefonate intercettate.

Matteo Ceron

 


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