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25 aprile 2024

Montebelluna

Studente disabile da trasferire, scuola si mobilita per farlo restare

Avrebbe dovuto andare in una nuova sede, ma alla fine è rimasto al liceo Veronese di Montebelluna

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Liceo Veronese Montebelluna

MONTEBELLUNA - Perché tornasse, si sono mossi tutti. Dal dirigente scolastico Rosita De Bortoli, alle compagne della terza che frequentava, agli insegnanti. Sono state coinvolte Usl e case famiglia. E così, tre mesi dopo la forzata separazione, questa settimana l’alunno disabile al centro della storia è rientrato a scuola, nella sua terza, quella del liceo “Angela Veronese”. Una storia, la sua, che è, a tutti gli effetti, una grande storia d’amore. E di integrazione.

 

La battaglia è cominciata a fine ottobre 2017, quando si è saputo che lo studente diversamente abile ospitato in una casa famiglia di Montebelluna, avrebbe dovuto lasciare la scuola. Il trasferimento, per problemi legati alla sua gestione, dalla residenza in cui era stato fino ad allora ad un’altra, rendeva inevitabile anche il cambio di istituto. Ma la dirigente Rosita De Bortoli non si è data per vinta e con lei i docenti e tutte le compagne di classe. Bisognava infatti trovare una sede vicina, per non rendere inevitabile il cambio di scuola del ragazzo. La dirigente ha messo in moto tutte le istituzioni per trovare una soluzione, ovvero una nuova “casa”.

 

Intanto, le compagne hanno realizzato un video in cui hanno raccolto foto di tutti i momenti vissuti assieme al compagno e gli stessi pensieri di affetto dei docenti e della dirigente. Il miglior modo per dire che non volevano perderlo, che quella terza era la sua classe. Il materiale è stato così presentato in occasione del gruppo di lavoro per l’inclusione del 31 ottobre. Una dimostrazione di affetto che, ovviamente, ha commosso tutti, anche se, tuttavia, pareva che la triste decisione di trasferire il ragazzo in una struttura in Provincia di Vicenza fosse ormai definitiva.

 

Non nascondo - racconta la dirigente - lo sconforto, l’incredulità e la commozione di quella seduta. Ma, tornata in ufficio, decisi di non mollare. L’alunno doveva rimanere con le sue compagne… nella scuola che tanto lo amava e in cui era felice”. E la battaglia è ripresa, fino alla meravigliosa notizia: il ragazzo sarebbe stato accolto in una struttura della Pedemontana e non appena possibile, a seguito del miglioramento delle sue condizioni, sarebbe rientrato a scuola. Così è stato il 31 gennaio. “Con un ‘buongiorno preside’ -racconta la dirigente - è iniziata quella che sarebbe stata una straordinaria e indimenticabile giornata. Finalmente quella voce non è più solo l’eco di un ricordo custodito nella speranza del mio cuore. Il ‘nostro’ alunno è tornato tra noi. Una battaglia per l’Inclusione che solo una scuola in cui ogni giorno operano in sinergia professionalità amorevoli e animi nobili, poteva sostenere e vincere”. Come è stato.

 

”L’attesa è stata lunga, ma ora ogni giorno il ragazzo varca la soglia di scuola e con quel suo sorriso radioso, gli occhi neri e lucenti come perle e l’inconfondibile, squillante ‘Buongiorno’ in attesa di qualche caramellina dai collaboratori in centralino, riempirà le nostre vite facendone molto di più’”. E la dirigente conclude. “Per questo piccolo, meraviglioso miracolo ringrazio tutti i docenti e le allieve della classe, l’Aulss 6 nella persona del dott. Paolo Zerbinati, la comunità che lo ha accolto. Ma ancor più ringrazio lui, perché ha unito i nostri cuori”.

 



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