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28 marzo 2024

La storia di Silvia: ''Io come Angelina Jolie dal chirurgo per i geni 'difettosi'''

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La storia di Silvia: ''Io come Angelina Jolie dal chirurgo per i geni 'difettosi'''

ROMA - Ancora più giovane di Angelina Jolie e ancora maggiormente minacciata dalla possibilità di vedersi diagnosticato un tumore al seno, perché di casi in famiglia ne ha avuti ben 4: una madre morta a soli 36 anni, una nonna e una zia dall'identico triste destino, un'altra zia ancora oggi alle prese con la malattia. Tutta colpa di uno dei due geni (il Brca1 e il Brca2) che, se 'mutati', arrivano a quintuplicare il rischio di carcinoma della mammella in età precoce. E' la storia della 33enne Silvia Mari, già anticipata dall'Adnkronos Salute quando, nel 2010, presentò un libro sulla sua personale esperienza 'Il rischio' (Fontes), in cui raccontò perché e come aveva deciso di sottoporsi a un intervento di mastectomia bilaterale preventiva: per salvarsi la vita, ha detto addio al proprio seno, ancora prima che il cancro potesse colpirla, come inesorabilmente è accaduto alle sue parenti più strette.

La stessa coraggiosa scelta fatta dall'attrice hollywoodiana, ma molti anni prima: "Era il dicembre 2007 - racconta la Mari all'Adnkronos Salute - quando è avvenuta l'operazione. Già avevo effettuato il test genetico e da 3 anni ero sottoposta a una sorta di 'sorveglianza speciale', con controlli medici continui e ravvicinati: dall'età di 12 anni venivo monitorata per l'alto rischio che correvo di imbattermi nel cancro al seno. Ho capito che quella per me non era una soluzione sostenibile e avevo sentito che in altri Paesi era già stato effettuato questo tipo di intervento in donne ad altissimo rischio di tumore alla mammella. Ho preso la mia decisione e ho iniziato il mio percorso. Che, ci tengo a sottolinearlo, non voglio venga visto come il migliore possibile: l'importante è non cedere al fatalismo, informarsi e prendere in mano la situazione e il destino del proprio corpo. Ho letto con stupore e gioia la notizia di Angelina Jolie, perché il messaggio di una persona nota, nel bene e nel male e con tutti i rischi che può comportare, comunque muove qualcosa", dice Silvia.

Ogni anno in Italia si registrano 40 mila nuovi casi di tumore del seno, il 10% dei quali ha una base genetica. La mutazione del gene Brca1, in particolare, quello di cui è portatrice l'attrice di 'Tomb Raider' e 'Mr e Ms Smith', innalza dell'80% il pericolo di malattia alla mammella e del 60% all'ovaio. Quella del gene Brca2, rispettivamente del 50% e del 40%.

Grazie all'asportazione preventiva di entrambe le mammelle, oggi Silvia, esattamente come la Jolie, corre un rischio di cancro "molto inferiore a quello di donne normali" sottolinea, precisando che "sicuramente ci sono persone nella mia stessa situazione che vivrebbero meglio sottoponendosi alla 'semplice' sorveglianza, ma l'importante è trasmettere queste informazioni, in modo che si trasformino in consapevolezza. Almeno, io, ho abolito la regola del silenzio che vigeva all'interno della mia famiglia, dove la malattia era diventata qualcosa di inevitabile, di cui non si doveva nemmeno parlare".

(Adnkronos Salute)

 


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