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16 aprile 2024

Treviso

Sile e turismo: scommettere sulle due ruote per rilanciare l'intero territorio

Karl Schmidhofer, ideatore ciclabile San Candido Lienz: “Potente leva di sviluppo per il turismo”

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Sile e turismo: scommettere sulle due ruote per rilanciare l'intero territorio

CASALE - “Il Sile, con il suo percorso di 95 chilometri che lo rende il più lungo fiume di risorgiva d’Europa, non è solo un suggestivo parco, una meta, o un luogo ispiratore di grandi poeti, ma una potente leva di sviluppo per il turismo che verrà, ovvero quello sportivo e ciclabile, che già riempie di appassionati turisti le grandi vie ciclabili d’Europa e che nella vicina e notissima San Candido – Lienz, esempio virtuoso di interazione tra paesi ed operatori, trova un modello da imitare e forse anche superare”.

E’ questa una delle conclusioni principali del convegno organizzato domenica dal Forum delle Attività produttive di Casale sul Sile, che ha radunato intorno al tema del Sile e del turismo tutti gli attori, pubblici e privati, rappresentanti di associazioni di categoria, enti pubblici ed operatori turistici, per evidenziare come intorno a questo importante fiume, spesso trascurato ed oggetto di polemiche, possano invece nascere nuove sinergie, progetti, collaborazioni, in grado di rilanciare l’intero territorio in una scenario internazionale che potrebbe vedere questo importante pezzo del Veneto come una parte prestigiosa dei 500 chilometri della Venezia – Monaco. Dalla testimonianza di Karl Fritz Schmidhofer, ideatore e coordinatore della San Candido Lienz, il Sile non ha nulla da invidiare alle grandi vie ciclabili europee.

“Ma la ricetta da seguire per il successo” – ha spiegato Schmidhofer- “è chiara e rigorosa: collegamenti efficaci tra paesi contermini, accordi con tour operator specializzati del settore, servizi innovativi correlati (officine, noleggi) e “oasi” tecniche e di ristoro per bici e ciclisti in ogni località, ospitalità a tutto campo, convenzioni con bad&breakfast, agriturismi, alberghi, strutture ricettive, unitarietà nel coordinamento a garanzia di pulizia e manutenzione, promozione in tutte le forme, a cominciare dall’intramontabile passa parola che si integra col web ed infine, segnaletica riconoscibile ed infallibile, emblema della via”. Ingredienti questi, se ben declinati attraverso un parternariato pubblico – privato efficace, potranno sollevare le sorti degli operatori turistici della Marca e far sognare migliaia di ciclisti nelle nostre terre, convincendoli a tornare più volte.

“L’approccio che viene richiesto per il nuovo turismo”- conferma Federico Capraro, presidente di Federalberghi Confcommercio- “è proprio quello del maggior collegamento. Ogni ciclista porta con sé richieste di servizi, shopping, assistenza ed alimenta una catena di bisogni che si trasforma in economia per la collettività. Fare rete in un’ottica razionale è non solo necessità, ma strategia”. E se le imprese del turismo e della ricettività, come è emerso dai vari interventi espressi, sono disposte a mettersi in gioco ad innovare, a fare rete, occorre un cambio di marcia anche dalle Pubbliche Amministrazioni che devono rispondere sinergicamente snellendo vincoli e burocrazie ed incentivando la progettualità.

“Progettualità che-  ha annunciato il commissario al turismo della regione Veneto, Paolo Rosso intervenuto al Forum- troverà nei nuovi bandi in uscita a maggio 2016, nuovi fondi strutturali destinati a supportare le start up, ma anche tutte le imprese esistenti che intendono ammodernarsi, ristrutturare ed affrontare la nuova scommessa del turismo sportivo legato alle due ruote”.

 


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