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28 marzo 2024

Treviso

SESSO SUL TAVOLO DELLA LAP DANCE, CHIUSO IL NIGHT CLUB

“Attività abusiva e pericolosa per la moralità”. La questura chiude l’Anita di Treviso

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SESSO SUL TAVOLO DELLA LAP DANCE, CHIUSO IL NIGHT CLUB

Treviso - Cessazione immediata dell'attività, perchè “abusiva”, ma anche perchè “costituisce un pericolo per la moralità pubblica e il buon costume”. E’ questa la sentenza della questura di Treviso che chiude in maniera definitiva e immediata l’Anita, il circolo privato di via Reginato, a Treviso.

Un lap dance aperto con la classica formula del club e totalmente fuori norma: alcol dopo le due, norme di sicurezza non rispettate, assenza di licenza per la somministrazione di bevande, infrazione delle regole sul tesseramento. L’unica cosa che non mancava, al circolo Anita, era il sesso. Sfrenato e in diretta, sul tavolo della lap dance.

E’ quanto hanno potuto vedere gli uomini della guardia di finanza e gli agenti della polizia locale trevigiana la settimana scorsa. In borghese, dopo una segnalazione, si sono finti avventori e hanno varcato la soglia del club di via Reginato, poco distante dall’aeroporto. Giusto il tempo per annotare una serie di violazioni amministrative, e sul tavolo della lap dance è andata in scena l’attrazione clou del locale: un amplesso con tutti i crismi fra una ballerina-spogliarellista e un cliente scelto a caso fra il pubblico. Un rapporto completo alla luce del sole, anzi, dei faretti puntati sul bancone del sesso.

Una pratica evidentemente abituale, visto che la sessantina di clienti, le ballerine e il personale non hanno battuto ciglio di fronte a quell’esplicito rendez-vous a luci rosse. Il finale della serata è stato come la scena di un film: finanzieri, vigili urbani, forze dell’ordine di rinforzo, controlli, verbali, multe, imbarazzo. Il proprietario del locale, 55 anni, trevigiano, assieme alla focosa ballerina cubana, è stato denunciato per “spettacoli osceni in luogo pubblico”.

E ieri, come annunciato, è arrivata dalla questura la notifica dell’ordine di cessazione immediata dell'attività. Il questore ha applicato la normativa prevista dalle norme di pubblica sicurezza che consentono all'autorità provinciale di inibire un'attività che, “oltre ad essere abusiva – si legge nella nota della polizia locale - costituisce un pericolo per la moralità pubblica e il buon costume, nonché più in generale, per la sicurezza dei cittadini”. Marca gioiosa et amorosa, dunque, ma non a luci rosse.

 


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