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28 marzo 2024

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Categoria: Scienze e tecnologie -

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Rocco Barbaro | commenti |

Al cinema zero c'è sempre da fare la fila quando si va a vedere un film, ma stasera arriva fino alle scale d'ingresso. Per fortuna avevo preso due biglietti qualche giorno prima. Per Tommaso , che ancora deve compiere otto anni, non c'è problema: lo tengo in braccio e così me lo stropiccio un pò. Caffè, sigaretta, e per ultimi entriamo. La sala è stracolma. La prima fila è tutta riservata ma i posti sono ancora tutti liberi. "Tre di questi sicuramente saranno nostri?"

Ci accomodiamo e da lì non ci scomodiamo fino alla fine.

"Che culo?"

Tre per la precisione: il mio, il suo, e quello di un bambino.

Sul grande schermo già scorrono immagini  a commento dell'anteprima nazionale: una, due, 50 volte.

Non potrei ripetere tutto a memoria di quanto ho letto, ma una cosa l'ho fissata: "il documentario è cinema!"

Mi piace.

Un brillante e spigliato presentatore annuncia l'inizio dell'evento: " A fine proiezione il regista Gianfranco Rosi sarà presente in sala per rispondere alle vostre domande. Buona visione."

In sala si abbassano le luci e inizia il film. "Sacro GRA:"(GRA come grande raccordo anulare).

Le luci i delle auto scorrono sul grande anello che cinge Roma: l'atmosfera sembra quasi natalizia ma non siamo di fronte al solito cine panettone.

I copertoni, come folate di vento, frustano l'asfalto con la frequenza di un orologio a pendolo,e il rumore diventa magicamente suono: "il suono der GRA."

Una Roma mai tanto famosa appare con tutta la sua forza.

La strada è il protagonista di una storia che lascia spazio a tante storie: gli abitanti della notte si prestano a quest'operazione guadagnandosi meritatamente il loro quarto d'ora di gloria.

Non sono mai usciti dal personaggio loro: forse perchè non indossano i panni dell'attore ma quelli che ogni giorno li accompagna a guadagnarsi la sopravvivenza.

Un pescatore di anguille, un principe decaduto, prostitute in attesa di andare in pensione.

Queste e altre figure incontriamo percorrendo quella strada.

Un mondo nascosto dove sembra di riconoscersi. 

 

 

 

 



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