TREVISO - Il Comune di Treviso ha elaborato un “piano acque”, una serie di interventi finalizzati a ridurre il rischio di esondazioni e allagamenti. Ha elaborato, ma non ancora attuato. A denunciare il fatto è Luigi Calesso, di Un’ altra Treviso.

Che fosse necessario un riassetto idraulico è stato constatato nell’agosto del 2005, quando una giornata di pioggia superiore alla media ha provocato allagamenti in città, soprattutto a Fiera e Selvana. In quell’occasione, la giunta comunale ha deciso di intervenire, commissionando l’opera di riassetto a uno studio esterno. Passa un anno. Si spendono 36.000 euro. E lo Studio Tecnohabitat, a cui è stato affidato il lavoro, presenta all’assessorato ai Lavori Pubblici lo “Studio idraulico del territorio del Comune di Treviso” che contiene una analisi della situazione di rischio idrogeologico del territorio e una serie di proposte di intervento.

Lo studio, poichè non del tutto adeguato, ha dovuto essere sottoposto a vari assestamenti e adeguamenti. Altri anni. Altre migliaia di euro.

Arriva l’8 novembre. E 25.000 euro vengono spesi per affidare alla Tecnohabitat “gli studi di fattibilità e progetti per l’attuazione del Piano delle Acque del Comune di Treviso”. Dunque, questo piano, rimane ancora un progetto e necessita di eventuali studi per essere attuato. “Quando diventerà finalmente operativo il “piano acque” di cui l’amministrazione mena vanto da anni? Quando avremo finalmente un progetto organico degli interventi utili a contenere e ridurre il rischio idraulico in città? Quanti anni dovremo attendere e quante altre decine di migliaia di euro serviranno?”, si chiede Calesso.

I Trevigiani dovranno aspettare. Sperando che, nel frattempo, non piova.