Se hai maltrattato l'ambiente, niente porto d'armi
Cacciatore di Vidor non caccerà più. E Zanoni è soddisfatto
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VIDOR - Il Tar ha respinto il ricorso di un cacciatore di Vidor che aveva contestato il mancato rinnovo del porto d’armi uso caccia da parte della Questura di Treviso.
Il titolare di un’azienda di servizi ambientali si era visto negare il porto d'armi poiché aveva avuto una condanna per reati ambientali. Il TAR ha dunque confermato il diniego espresso dalla Questura, asserendo che il porto d’armi si può negare «a chi non può provare la buona condotta», e «appare stridere con l’interesse pubblico consentire al soggetto che violi precise prescrizioni sui rifiuti o sul regime delle acque il possesso di arma», come si legge nella sentenza del Tribunale.
Il ricorrente era stato condannato nel 1997 per reati attinenti la violazione delle Direttive comunitarie relative ai rifiuti e alle norme per la tutela delle acque dall’inquinamento. "Sono soddisfatto - ha commentato l'eurodeputato Andrea Zanoni - per questa sentenza che sottolinea senza margini di dubbio l’importanza e il dovere di rispettare le Direttive europee, nel caso di specie quella sui Rifiuti e quella sulle Acque. Trovo sensato e coerente che i giudici del TAR abbiano respinto il ricorso, negando la licenza di caccia a chi si è macchiato di reati ambientali, in barba ai dettami comunitari".
"È giusto che chi deturpa il nostro ambiente - conclude l'eurodeputato - non possa infierire ulteriormente andando a caccia per uccidere quei pochi animali che ancora sopravvivano a pesticidi, cementificazione, autostrade e rifiuti di ogni genere".