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28 marzo 2024

Oderzo Motta

Scuola rasa al suolo, interrogazione in Regione

L'ha presentata il consigliere Andrea Zanoni (PD), che puntualizza: «L’ex Casa del fascio di via Roma non poteva essere demolita»

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Scuola rasa al suolo, interrogazione in Regione

CIMADOLMO - “La ex scuola media di Cimadolmo non poteva essere demolita, come invece ha fatto l’amministrazione comunale e inoltre non ci sono notizie certe sulle modalità dello smaltimento dell’amianto presente nella struttura.

 

Cosa intende fare adesso la Giunta regionale che per questo intervento  ha stanziato un milione e 200mila euro?”.

 

La richiesta arriva, tramite un’interrogazione a risposta immediata, dal consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni (nella foto).

 

“Lo scorso giugno un consigliere comunale del gruppo Cimadolmo Cambia aveva trasmesso alla Regione a serie di osservazioni e rilievi, chiedendo il blocco immediato dei lavori e la sospensione dell’erogazione del previsto contributo ‘ai fini di tutelare le finanze del Comune da un eventuale retrocessione del contributo’.

 

Questo perché l’ex Casa del fascio di via Roma non poteva essere demolita, in quanto il Piano particolareggiato per i centri storici, approvato nel 2010 dal Consiglio comunale di Cimadolmo, aveva assegnato all’edificio il grado di protezione quattro che consente esclusivamente la ristrutturazione conservativa – spiega Zanoni, illustrando la cronistoria – Invece a ottobre il Comune ha dato il via ai lavori di demolizione della vecchia scuola, nonostante i chiarimenti richiesti dalla Regione, che ha poi incaricato l’Avvocatura regionale di verificare la legittimità dell’intervento.

 Il rischio, visto che ormai la costruzione è stata demolita, è che alla perdita del contributo pubblico, si aggiunga pure il danno erariale

La convenzione Regione/Comune prevede che, in caso di inosservanza degli impegni assunti e da quelli previsti dalla vigente normativa comunitaria, nazionale e regionale, il Comune provveda alla eliminazione delle irregolarità constatate, con la possibilità, nei casi più gravi, della sospensione dei finanziamenti. indicando un termine per sanare l’irregolarità. Il rischio, visto che ormai la costruzione è stata demolita, è che alla perdita del contributo pubblico, si aggiunga pure il danno erariale”.

 

“Ma non è finita qui – prosegue ancora l’esponente dem – Prima un consigliere comunale e poi la stessa Regione hanno chiesto al sindaco chiarimenti anche sulle modalità di smaltimento dell’amianto presente nelle tubazioni, nelle vasche di accumulo e nella sotto copertura dell’edificio, oltre a una caldaia che non risulta indicata nella dichiarazione di inagibilità resa il 31/12/2013 dal tecnico comunale ma che ricompare poi nel testo di una determinazione dell’area tecnico manutentiva.

 

Una vicenda poco chiara, di cui è stata informata, da parte della Regione, anche la Procura della Repubblica di Treviso. A questo punto, viste le numerose problematiche ancora aperte, chiedo alla Giunta cosa intende fare con il finanziamento concesso al Comune di Cimadolmo, auspicando che gli errori del sindaco e della maggioranza non ricadano su cittadini. Alla Regione chiedo poi cosa abbia risposto l’amministrazione di Cimadolmo alle due ‘diffide’ inviate al sindaco, considerato che sono passati i dieci giorni di tempo concessi.

 

Infine vorrei sapere se ha potuto esaminare e valutare la bizzarra delibera del Consiglio comunale del 2 marzo scorso, con cui si tenta di sanare una violazione del Piano particolareggiato a demolizione ormai avvenuta”.

 


| modificato il:

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