Sconto sui buoni pasto per la mensa scolastica? Solo se vivi a Conegliano da tre anni
Critiche dal consigliere Pd Gianelloni: "Ripugnante"
CONEGLIANO - Buoni pasto per la mensa scolastica? Solo se risiedi a Conegliano da almeno tre anni.
Lo prevede la delibera della giunta comunale, approvata lo scorso 14 giugno, che mette anche altre condizioni per l’acquisto dei buoni pasto per le famiglie in stato di difficoltà socio-economica: i richiedenti devono avere infatti cittadinanza italiana, oppure essere cittadini di Stati dell’Unione Europea con diritto di soggiorno, o extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.
La dichiarazione Isee non deve inoltre superare i 5.277,16 euro, ovvero l’80% dell’importo annuale della pensione minima Inps per il 2018. Regolamento che non è andato giù al consigliere comunale del Pd Isabella Gianelloni, che attraverso il suo blog ha aspramente criticato il provvedimento approvato dalla giunta Chies.
Rispetto al regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, fatto proprio dal consiglio comunale il 3 maggio scorso, il nuovo regolamento infatti introduce delle novità, “qualcosa di nuovo e grave” secondo l’esponente dem. Per esempio introduce la “barriera” dei tre anni di residenza nel comune, non prevista nei regolamenti di maggio.
“Significa che anche le famiglie italiane che si spostano per vari motivi e che, visto che vengono da fuori, hanno maggiori difficoltà nella gestione familiare, dovranno arrangiarsi – dichiara Gianelloni -. Odioso sistema per creare differenze e discriminazioni fin dalla giovane età, immaginando che esistano bisogni di serie A e bisogni di serie B, peggio ancora bambini di serie A e bambini di serie B. Tra le altre cose ricordiamo che, ad esempio, i cittadini italiani ed europei hanno diritto di spostarsi ovunque nel territorio dell'Ue. Ancora una volta: giusto evitare l'evasione di quanto dovuto, recuperare per quanto possibile ciò che le casse comunali devono avere da chi non paga, ma speculare per pochi euro sui pasti dei bambini è, diciamo così, ripugnante.”