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16 aprile 2024

Italia

Sara bruciata viva: confessa l'ex

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Sara bruciata viva: confessa l'ex

Cosparsa di alcol e data alle fiamme con un accendino mentre era ancora viva. È così, secondo la ricostruzione della polizia, che sarebbe stata uccisa Sara Di Pietrantonio, la studentessa di 22 anni trovata all'alba di ieri carbonizzata nei pressi della sua auto in fiamme, in via della Magliana, alla periferia di Roma. Per l'omicidio è stato fermato Vincenzo Paduano, l'ex fidanzato della vittima, di 27 anni. Il giovane ha confessato l'omicidio dopo un interrogatorio durato 8 ore. E' accusato di omicidio volontario premeditato.

"In 25 anni di questo lavoro non ho mai visto un delitto così atroce", ha detto il capo della squadra mobile di Roma Luigi Silipo in una conferenza stampa in Questura con il procuratore aggiunto Maria Monteleone. "Abbiamo motivo di ritenere che il fermato avesse seguito Sara altre volte, almeno in due occasioni, e l'ultima è stata fatale", ha aggiunto. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, "Sara usciva da una storia malata, un rapporto morboso".

"Se è vero che non aveva subito vessazioni fisiche nell'ultimo anno ha subito vessazioni psicologiche a causa di un amore malato che neanche si può definire amore ma solo possessione", ha spiegato Silipo. Tra i due c'era stata una relazione di due anni, nel corso della quale Sara aveva già lasciato il suo ex altre volte, almeno tre, fino alla decisione definitiva. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la ragazza era apparsa preoccupata nell'ultima settimana per la morbosità del giovane, tanto da averne parlato anche ad alcuni amici.

La serata di Sara era cominciata con una visita del suo ex fidanzato a casa sua, durante la quale, stando a quanto riferito dagli stessi familiari della giovane, tra i due non ci sarebbe stata nessuna discussione accesa. Poi la ragazza è uscita per andare in un pub con un'amica e dopo si è vista con il suo nuovo ragazzo, un ex compagno di scuola che frequentava da una ventina di giorni.

Intanto l'ex, che faceva la guardia giurata in una portineria poco distante dal luogo del delitto, si è allontanato dal lavoro e si è appostato con l'auto sotto casa del nuovo compagno della 22enne. Una volta che Sara l'ha accompagnato a casa, ha atteso che il giovane rincasasse e conoscendo la strada che avrebbe fatto si è allontanato. Poi quando lei è passata con la sua auto l'ha inseguita per poi accostarsi e costringerla a fermarsi.

Dalle indagini sull'auto del fermato sono stati riscontrati dei danni a uno specchietto e alla fiancata dell'auto, compatibili con la dinamica ricostruita dagli investigatori. Secondo la ricostruzione, Paduano è poi entrato nell'auto di Sara e ci sarebbe stata un'animata discussione. A un certo punto il giovane ha cosparso l'auto con l'alcol gettandolo anche contro la vittima. La 22enne a quel punto sarebbe scesa dall'auto per cercare aiuto ma invano. Il giovane quindi, dopo aver dato alle fiamme l'auto, avrebbe raggiunta la ex, a circa 200 metri e le avrebbe dato fuoco con un accendino. Dopo il delitto, Paduano sarebbe tornato al lavoro all'Eur. Il 27enne svolgeva un lavoro di portineria.

Secondo quanto ricostruito, almeno due auto avrebbero visto la ragazza, probabilmente già cosparsa di alcol, chiedere aiuto mentre il suo ex stava dando alle fiamme la sua auto. Ma nessuno si è fermato né ha chiamato le forze dell'ordine. Gli investigatori hanno rintracciato le auto grazie ai filmati delle telecamere presenti nell'area del parcheggio di un ristorante dove la giovane stava cercando di scappare. Sentiti in Questura, i proprietari hanno riferito di non aver capito cosa stesse accadendo e di temere per la propria incolumità.

Prima del delitto, la madre della ragazza, verso le 3.30, preoccupata, avrebbe telefonato alla figlia "Sto rientrando'', le ultime parole di Sara. Poi più nulla. Tanto che a un certo punto la madre, insieme a un altro familiare, si è recata a cercarla a casa di un'amica che Sara aveva accompagnato a casa. Facendo la strada a ritroso, la donna avrebbe però notato l'auto in fiamme e si sarebbe avvicinata: avrebbe così scoperto la sua Toyota completamente distrutta e, poco lontano, il corpo della figlia.

Il procuratore aggiunto Monteleone, che ha coordinato le indagini sull'omicidio, ha lanciato un appello: "Voglio rivolgere un invito a chi si imbatte in una donna che chiede aiuto, anche di notte, a non restare indifferenti e voltarsi dall'altra parte e a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine. Se questo fosse accaduto Sara sarebbe ancora viva". "Bisogna imparare che se si vedono cose strane di notte è un dovere fare una telefonata a polizia o carabinieri", ha aggiunto il dirigente della squadra mobile di Roma Silipo.


 


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