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19 aprile 2024

Economia e Finanza

La sanità è il peggior pagatore, debiti 24,4 mld

Si arriva a 794 giorni per il saldo delle fatture

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La sanità è il peggior pagatore, debiti 24,4 mld

VENEZIA, 31 GEN - La sanità italiana è forse il peggior cliente che un'azienda privata possa trovare: ha infatti accumulato con i propri fornitori un debito di almeno 24,4 miliardi di euro, certamente sottostimati, perchè nel conteggio non sono inclusi i mancati pagamenti delle Asl di Toscana e Calabria. Lo evidenzia una ricerca della Cgia di Mestre, realizzata con i dati disponibili fino al 2013.

Sebbene negli ultimi anni l'andamento dello stock del debito sanitario sia in calo, nel 2014 la situazione non si discosterà di molto. Perchè, afferma la Cgia, nonostante le anticipazioni di liquidità messe in campo dagli ultimi Governi, negli ultimi 12 mesi si dovrebbe essere accumulata una nuova quota di debito, e mancano sempre dal conteggio Toscana e Calabria.

La sanità regionale più indebitata, fino al 2013, era quella del Lazio, 5,9 miliardi di euro. Ma la Regione Lazio ha replicato a questi dati, definendoli 'parziali', perché non tengono conto dello sforzo compiuto nel 2014 "per dimezzare lo stock di debito e pagare i fornitori allineandosi alla media europea". Nel 2014, precisa il Lazio, è attesa una riduzione del debito pregresso di circa il 50% rispetto al 2013.

Tornado alla classifica delle Regioni più ritardatarie, al secondo posto la Cgia pone la Campania (3,8 mld), poi insieme Lombardia e Piemonte (entrambe con 2,2 mld), quindi il Veneto (2 mld). Se il debito viene rapportato alla popolazione residente, invece, il primato negativo spetta al Molise, con 1.416 euro pro capite, seguito dal Lazio (1.017 euro pro capite), dalla Campania (660 euro) e dal Piemonte (510 euro). I tempi medi di pagamento riferiti al 2014 per le sole forniture di dispositivi medici (Fonte Assobiomedica) hanno dell'incredibile: 794 giorni per il saldo delle fatture in Calabria, 790 in Molise, 350 in Campania. Nessun valore medio regionale rispetta il termine dei 60 giorni previsto dalla legge in vigore.

Una sanità non ritardataria, ma anche sprecona. Il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, ricorda che lo stesso ministro Beatrice Lorenzin ha stimato in circa 30 miliardi di euro gli sprechi nelle Asl. "E' verosimile ritenere - afferma Bortolussi - che una parte dei ritardi nei pagamenti sia in qualche modo riconducibile a questa criticità". Secondo la Cgia è infatti "ormai noto" che in molti casi le forniture vengono acquistate ad importi superiori ai prezzi di mercato e con forti differenze a livello regionale. "Non è da escludere - sottolinea Bortolussi - che tra le parti avvengano degli accordi non scritti per cui le Asl o le case di cura impongano ai propri fornitori pagamenti con ritardi pesantissimi, ma a prezzi superiori rispetto a quelli ad esempio praticati nel settore privato".

Nonostante ciò l'ammontare della spesa sanitaria pubblica resta in Italia inferiore di oltre 1,5 punti di Pil a quella francese o tedesca. L'altro dato 'virtuoso', non conteggiabile con i numeri, è relativo al fatto che la qualità del servizio reso ai cittadini italiani, soprattutto in molte aree del Centro Nord, non ha eguali nel resto d'Europa.

 



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