Salvini si autoincorona leader del Centrodestra
"Ho già la squadra di governo"
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(di Paolo Cucchiarelli)
ROMA, 7 GIU - La strategia omeopatica di Matteo Salvini per intestarsi il centrodestra e correre alle politiche con Fi alle sue spalle e l'Ncd di Alfano ben distante dallo schieramento, registra un necessariamente piccolo ma importante passo avanti. Tanto che Salvini annuncia pubblicamente di aver già pronta una eventuale squadra di governo in caso di vittoria alle politiche: "gente bella, pulita, coraggiosa e con le idee chiare. Di ministri dell'Economia ne abbiamo pronti almeno cinque".
Dopo l'affermazione alle Regionali per la prima volta il leader del Carroccio riceve, con prudenza e sotto precise condizioni, un attestato di benemerenza dal neogovernatore della Liguria, Giovanni Toti pur sottolineando di non volerlo "incoronare" in alcun modo al comando della coalizione. Ma il discorso è aperto anche da parte di Fi: "Che Salvini possa ambire a correre da premier mi sembra sotto gli occhi di tutti" ma la leadership del centrodestra "verrà decisa in futuro, anche con le primarie eventualmente", concede. Ma solo, è il refrain azzurro, se tutti saranno d'accordo a varare una legge sulle primarie per regolamentarle "come mezzo di selezione delle candidature".
Regole quindi e non plebisciti per trattare con la "ruspa" leghista che spiana e rimodella l'area del centrodestra dal Nord al Sud. Salvini, dopo gli ondeggiamenti, le accennate polemiche elettorali e le punzecchiature fatte a Berlusconi anche per smuovere e motivare i leghisti, oggi dà atto che il nemico da battere è Renzi e non il Cavaliere facendo così il paio con il Presidente del Consiglio-segretario del Pd che ha ammonito la minoranza interna che fuori dal Pd c'è solo Salvini e non una nuova sinistra più o meno organizzata e ridenominata.
Per dare subito concretezza al ruolo di potenziale sfidante, il leader del Carroccio ricorda che in un Paese normale il ministro dell'Interno, dopo la vicenda della mafia a Roma, si sarebbe dimesso e stesso destino avrebbero dovuto seguire il sindaco Marino, il Presidente della Provincia Zingaretti e lo stesso Renzi. Ma è il dialogo con Fi che rimane centrale con tutti i distinguo ma anche le necessità che la nuova legge elettorale comporta nella formazione delle alleanze. Quando Toti e Salvini discutono di euro subito emergono due linguaggi e due modi di concepire il delicato tema.
Le prove di dialogo sul centrodestra mostrano distinzioni sull'Europa e l'Euro. Appena si discute. Salvini ribadisce che "l'euro è una moneta tedesca, non italiana. Non è la Lega a combattere l'euro, è l'economia"; presa di posizione che Salvini poi rafforza con una battuta: "se ci sono comunità per uscire dall'eroina vuoi che non ci siano strategie per uscire dall'euro?".
Una visione che però Toti non condivide: "Io - dice - non amo l'euro e non odio l'euro. E' vero che non ha fatto bene al nostro paese, ma bisogna valutare quanto bene e quanto male ci farebbe a uscirne", precisa.
Distanze che, rispetto alle settimane scorse, complice anche la inedita contesa per la leadership del centrodestra tra una Lega che corre e una Forza Italia che insegue, non appaiono incolmabili. Un primo passo poteva essere compiuto già questa sera a Genova ai festeggiamenti per l'elezione di Toti cui i due leader erano invitati. Ma uno in campagna elettorale in Veneto e l'altro a concentrarsi sulle sorti del suo Milan hanno dato forfait. Ma l'appuntamento, come ha assicurato lo stesso Salvini, è rinviato di poco e già in settimana i due si incontreranno per pianificare il futuro. E rivedere i rapporti di forza.