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29 marzo 2024

Montebelluna

Rossignol Lange di Montebelluna: spettro delocalizzazione

La Cisl: “120 lavoratori vivono incubo spostamento produzione dal 2009”

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Rossignol Lange di Montebelluna: spettro delocalizzazione

MONTEBELLUNA - Da un lato le rassicurazioni sui giornali, dall'altro l'annuncio dell'intenzione di trasferire la produzione all'estero. A denunciare la situazione paradossale vissuta dai 120 lavoratori della Rossignol Lange di Montebelluna sono Gianni Boato della Femca Cisl Belluno Treviso e Massimo Messina della Filctem Cgil Treviso.

 

“Pochi giorni fa - attaccano i due rappresentanti sindacali - il country manager e direttore generale Italia della multinazionale francese Alessio Meda ha dichiarato alla stampa che a Montebelluna ci sono competenze che non si trovano da nessuna altra parte, lavoratori la cui componente artigianale è ancora essenziale per garantire la lavorazione della manifattura di alta gamma che viene realizzata in quest'area, definita per questo 'unica nel suo genere'. Ci chiediamo allora come mai nel corso della trattativa con la direzione di Rossignol Lange per il rinnovo del contratto aziendale venga usato l'argomento del possibile trasferimento della produzione all'estero per non accogliere le richieste delle parti sociali in merito all'aumento del premio di risultato, fermo da 8 anni”. Una presa di posizione incomprensibile e inaccettabile per i lavoratori di Montebelluna, che – riferisce la Cisl - dal 2009 vivono con l’incubo della delocalizzazione delle linee produttive, paventate in continuazione dalla direzione aziendale soprattutto in coincidenza del rinnovo del contratto aziendale.

 

I dipendenti riuniti in assemblea martedì hanno votato all’unanimità le proposte di Femca Cisl e Filctem Cgil per il rinnovo 2017: aumento consistente del premio di risultato, introduzione di nuove forme di welfare e revisione complessiva delle indennità dovute alla flessibilità. “Richieste perfettamente in linea con l'andamento aziendale - spiegano Boato e Messina -: la produzione nel 2017 è aumentata e la qualità stabile della manifattura è garantita dall'eccellenza, come sottolinea Meda sui giornali. Tutto questo ci riempie di orgoglio ma anche di perplessità quando al tavolo di trattativa sentiamo la direzione aziendale dire che 'se si chiede un aumento del premio di risultato i francesi ci porteranno a chiudere'. Viene usato un argomento che riteniamo poco funzionale al buon esito dell'accordo”.

 

Per il 29 agosto è fissato un nuovo incontro fra organizzazioni sindacali e direzione aziendale. “Se non verranno accolte positivamente le richieste fatte e l’azienda continuerà a usare l'argomento della minaccia della chiusura dell'unità produttiva di Montebelluna - concludono Boato e Messina - inizieranno una serie di forme di protesta che riguarderanno la totalità dei dipendenti”.

 


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