TREVISO - In mattinata circa 150 invitati, tra i quali molti giornalisti, hanno partecipato alla presentazione della nuova grande mostra trevigiana. Dopo la mostra sull' impressionismo, anch'essa allestita da Marco Goldin, ormai un curatore internazionale di tutto rispetto, dimostra con i fatti che negli ultimi anni è "tornato" a casa, a Treviso.

"RODIN. Un grande scultoreal tempo di Monet" è il titolo di questa mostra, aperta al pubblico dal 24 febbraio al 3 giugno, al museo di Santa Caterina, per la circostanza ristrutturato in modo definitivo, per gestire parte degli spazi per il patrimonio permanente, lasciandone altri per la gestione di mostre temporanee.

Nell'auditorium di Santa Caterina in breve tempo si sono alternati s i protagonisti della di questa nuova grande avventura.

Ha iniziato l'assessore alla cultura Luciano Franchin, che ha messo in luce come i trevigiani e molti italiani "oggi hanno la fortuna di rivedere opere eccezionali di un grande scultore: si tratta di una grande occasione culturale, a Santa Caterina, che si unisce idealmente al museo Bailo, arricchitosi recentemente di otto nuove opere d dell'artista trevigiano, Gino Rossi".

 

Subito dopo il sindaco Giovanni Manildo ha voluto sottolineare con un "andiamo avanti, seguendo la strada indicataci da Marco Goldin, che ha saputo creare il clima favorevole, per ottenere il sostegno del sistema Treviso, con la partecipazione di molti di sponsor" .

Fra loro, al tavolo per i saluti, c'erano Elisa Baccini, main sponsor con oltre mezzo milione di euro, e Fausto Pinarello.

Ambedue hanno ringraziato pubblicamente per essere stati chiamati a far parte di questa squadra.

Pinarello, dopo aver ricordato che per la seconda volta collaborava con Goldin si è detto"disponibile a proseguire fino a 100!".

La signora Elisa si è detta "molto felice perché è ritornato sul nostro territorio un network corretto tra pubblico e privato, creando questo evento straordinario".

 

Sono serviti una decina di giorni per l'allestimento, portato a termine con la collaborazione di tre conservatori del museo parigino, "contenti per aver collaborato per questa grande iniziativa".

 

Marco Goldin, ormai una star della cultura nazionale, nel suo intervento ha qualificato senza mezzi termini Rodin, per diverse volte, come l'erede di Michelangelo.

Con brevi cenni ha ricordato il quadro generale, che si presenta al visitatore con 75 opere, tra sculture, disegni e due dipinti, che tracciano un panorama completo dell'opera del grande maestro francese, capace di suscitare sentimenti nell'animo oltre che la gioia della visione del corpo.

Il primo ringraziamento è andato al museo francese, che ha concesso un prestito eccezionale, che da subito ha creato una grande suggestione tra primi visitatori.

Ha ringraziato inoltre l'Amministrazione Comunale, con cui si è colto da subito il feeling giusto, per una operazione sicuramente non facile, non popolare, anche perché storicamente il grande pubblico ama con difficoltà la scultura.

Anche per questo non ci si può ragionevolmente attendere i grandi numeri raggiunti con le visite sull'impressionismo.

Questa riflessione nasce dalla lunga esperienza nelle vesti di curatore, ma anche questa volta è stata confermata da un dato oggettivo: l'anno scorso per l'impressionismo ai suoi incontri avevano dato l'adesione 1200 docenti, finora però sono solo 230 insegnanti.

Proprio alla scuola, ai legali rappresentanti, ai docenti e agli studenti Goldin ha rivolto un invito pressante: "venite a vedere... È un'occasione unica poter ammirare 75 capolavori", un invito che OggiTreviso fa proprio, perché questa mostra non può non aiutare le nuove generazioni come momento educativo speciale.

E' seguita la visita alla mostra, con una dotta lezione di Goldin davanti ai visitatori estasiati.

pietro.panzarino@oggitreviso.it