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18 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

In ricordo di Toti Dal Monte

Moriva il 26 gennaio 1975 a Pieve di Soligo

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

In ricordo di Toti Dal Monte

PIEVE DI SOLIGO - Ricorre oggi il 40° anniversario della scomparsa del soprano Toti Dal Monte, nome d'arte di Antonietta Meneghel, una autentica icona per tutti i pievigini.

Lo stesso Andrea Zanzotto le dedicò la poesia: "Co l'é mort la Toti", pubblicata nella raccolta in versi Idioma.

La soprano veneta morì all'età di 79 anni, spegnendosi in una uggiosa giornata invernale del 1975.

Oggi ricorre il quarantesimo anniversario dalla morte ed il suo paese natale, Mogliano Veneto, le dedicherà sabato sera un concerto come doveroso riconoscimento alla memoria.

Toti venne meno il 26 gennaio 1975, nell'ospedale Balbi Valier di Pieve di Soligo, dove era ricoverata per disturbi circolatori.

A Pieve risiedeva abitualmente, nella sua villa di Barbisano, ma si faceva vedere molto di rado in giro per il paese, se non per qualche serata al ristorante dell'amico Lino Toffolin, a Solighetto, con i suoi amici artisti ed estimatori per i quali rappresentò il tramite per far scoprire il piacere delle cose semplici, genuine e le peculiarità del territorio.

Antonietta nacque il 27 giugno 1893 da Amilcare, maestro di musica, e Maria Zacchello, maestra elementare, che la lasciò orfana in tenera età. Fin da piccola rivelò predisposizione alla musica, apprendendo con grande facilità e cantando spesso nella chiesa del suo paese natale i brani di Schumann e Schubert con l'accompagnamento del padre all'organo.

L'esordio alla Scala di Milano avvenne nel gennaio del 1916 nella parte di Biancofiore nella Francesca da Rimini di Zandonai.

Nel 1922, durante una tournée in America, il Mestro Arturo Toscanini, che la seguiva e apprezzava da tempo, la invitò ad esibirsi alla Scala per il suo nuovo allestimento del Rigoletto di Verdi.

Fu un trionfo e proprio in questa occasione Antonietta iniziò ad utilizzare lo pseudonimo Toti Dal Monte, ottenuto unendo il diminutivo del nome con il cognome della nonna materna.

Toti si affermò internazionalmente come una delle più ammirate cantanti della prima metà del Novecento, eseguendo il repertorio di soprano lirico e leggero del melodramma italiano.

Memorabili le sue interpretazioni di Lucia di Lammermoor, Elisir d'Amore (Donizetti) e la Madama Butterfly con il mitico brano di “un bel di vedremo” (Puccini).

La sua carriera operistica ebbe il suo apice nel decennio tra il 1920 ed il 1930 grazie alla collaborazione con Toscanini ed alle numerosissime tournée e si concluse con la seconda guerra mondiale.

Nel 1945 si ritirò dal palcoscenico per dedicarsi al teatro assieme alla sua unica figlia Marina Dolfin, nella compagnia di Cesco Baseggio, con cui recitò testi del Goldoni.

Come interprete ottenne successi anche nel cinema e tra i lavori più interessanti merita citare la partecipazione nel film Anonimo veneziano (1970) di Enrico Maria Salerno, in cui incastonò un indimenticabile cameo, nella parte della proprietaria della pensione.

A Pieve di Soligo, il Museo Toti Dal Monte raccoglie numerose testimonianze e ricordi della sua vita e della sua arte.

La nuova Amministrazione è impegnata a dargli una nuova vita e giusta visibilità, con una collocazione meglio rispondente all'importanza che il grande soprano ha avuto e continuerà ad avere, non solo per gli amanti della lirica e dell'arte di tutto il mondo, ma anche per il territorio e per la sua ulteriore valorizzazione.

 


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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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