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29 marzo 2024

Nord-Est

Referendum, Zaia: "Pietra miliare di tutta la storia della Repubblica Italiana"

L'intervento del Governatore sul voto di domenica

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Referendum, Zaia:

Abbiamo chiesto al Governatore del Veneto Luca Zaia il significato e le caratteristiche del referendum di domenica 22 ottobre, per l'autonomia del Veneto. Questa la risposta del Presidente:

Il referendum sull’autonomia del 22 ottobre è l’unica via di uscita che i veneti hanno per svincolarsi una volta per tutte dal centralismo che da troppi anni li tiene per il collo. Il 22 ottobre non solo è una pagina di storia del Veneto, ma rappresenta una pietra miliare di tutta la storia della Repubblica italiana.

 

Questo referendum ce lo siamo sudato, non è stata certamente una passeggiata. Tre volte abbiamo provato e tre volte ci hanno chiuso le porte in faccia con tanto di impugnazione della nostra legge regionale da parte del governo Renzi. Per non parlare del referendum del 4 dicembre 2016, con cui Roma ha cercato di ridurre drasticamente le competenze regionali.

 

Nei palazzi romani, evidentemente, non si sono ancora resi conto che, oggi come oggi, il federalismo è la carta vincente. Basta dare uno sguardo in giro per il mondo: i cantoni Svizzeri, gli Stati Uniti d’America, i Länder tedeschi, le Comunità Autonome spagnole poggiano le loro basi su un efficiente sistema federale.

 

Nel 2015, però, c’è stato il cambio di rotta della Corte Costituzionale che ha legittimato il nostro referendum, forse spinta anche dalla motivazione che senza la voce del popolo non si sarebbe riusciti a sbloccare l’attuazione dell’articolo 116. Dal 2001, infatti, nonostante la riforma del Titolo V della Costituzione lo permetta, nessuna regione è mai stata in grado di portarsi a casa alcuna competenza.

 

Per questo continuo a ripetere che il referendum è un’occasione irripetibile che i veneti non devono lasciarsi scappare. Non è mai accaduto nella storia della Repubblica italiana, infatti, che a una regione venga autorizzato un referendum sull’autonomia. Un referendum che, come ci tengo a ricordare, non appartiene a nessun colore politico, ma che è di tutti i veneti e dei nuovi veneti.

 

Il 23 ottobre non avremo automaticamente l’autonomia, ma la nostra proposta di trattativa è già pronta per essere depositata sui tavoli di Roma, dopo che sarà stata approvata in Giunta e in Consiglio regionale. Non abbiamo assolutamente intenzione di andare a Roma per fare una guerra, anzi, confido nella piena collaborazione di tutte le parti istituzionali che saranno coinvolte.

 

Metteremo in campo tutti gli strumenti previsti dall’articolo 116 e istituiremo delegazioni tecniche in grado di chiedere al governo tutte le 23 competenze e relative risorse che ci spettano secondo la Costituzione. Sia la consultazione, sia la trattativa, infatti, rimangono nell’alveo della legittimità della Carta Costituzionale e dell’unità del Paese.

 

Ciò, tuttavia, avverrà solamente se il Sì vincerà con grandi numeri e soprattutto con una massiccia affluenza alle urne. Non posso di certo andare a trattare sapendo che solo un veneto su due ha voluto l’autonomia. È l’occasione per dare un segnale forte a Roma, far vedere che siamo una comunità unita nel nome dell’autonomia.

 

Da lungo tempo ormai il Veneto viene maltrattato e soffocato da leggi invasive e irrazionali da parte del governo centrale, quando ogni anno il nostro residuo fiscale ammonta a 15,4 miliardi di euro. Meno Stato al Nord e più Stato al Sud non vuol dire essere egoisti. La diminuzione dello statalismo nel Nord permetterebbe una semplificazione del sistema, consentendo un ulteriore sviluppo a regioni virtuose e ben avviate come il Veneto.

 

Con l’ottenimento dell’autonomia, la Regione delegherà agli enti locali ogni possibile competenza in una grande “casa delle autonomie”, in un lavoro di totale comunità. Non possiamo fare un referendum sull’autonomia per poi ricreare un modello centralista sull’esempio di Roma. La Regione guadagnerà un ruolo di programmazione legiferante, questo è sicuro, però la parte esecutiva del governo sui territori verrà data agli enti, in un legittimo principio di sussidiarietà.

 

Ai veneti non resta che andare a votare domenica prossima per un futuro migliore. Se così non dovesse essere, sarò io stesso a cestinare il “fascicolo autonomia”. Però poi nessuno si può più lamentare.

 


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