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20 aprile 2024

Italia

Ragazzo genovese morto in Siria Combatteva al fianco dei ribelli

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Ragazzo genovese morto in Siria Combatteva al fianco dei ribelli

ROMA - Un ragazzo genovese di 23 anni, Giuliano Delnevo, è morto in Siria combattendo al fianco dei ribelli contro il governo di Bashar Assad. Il giovane è stato identificato dal passaporto italiano che aveva in tasca. Delnevo, che dopo la conversione all'Islam quattro anni fa, aveva assunto il nome di Ibrahim, era cresciuto in una famiglia che non aveva alcun legame con l'islam. A riportare la notizia è il Giornale che cita fonti dell'intelligence e del ministero dell'Interno.

Il ragazzo era indagato da tempo dalla procura di Genova per arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale. "L'indagine della Procura di Genova - ha spiegato il procuratore Michele Di Lecce - andava avanti da tempo e coinvolge altre persone, non necessariamente di Genova. Le attività delle persone indagate erano proiettate all'estero e anche l'addestramento se è avvenuto è stato all'estero".

"Conoscevo poco Giuliano, l'ho riconosciuto soltanto dalla foto, sulle prime il suo nome non mi aveva detto nulla. L'ho visto un paio di volte, durante il Ramadan, al Porto Antico o in Sala Chiamate. Ricordo che indossava una tunica bianca e un turbante" racconta Salah Hussein, segretario generale della comunità islamica della Liguria.

Secondo Salah Hussein, "quello degli islamici europei che vanno a combattere in Asia non è certo un fenomeno diffuso, neppure qui in Liguria, è una scelta forte, che fanno in pochi. Tanto più è difficile da fare nel caso della Siria, dove c'è molta confusione, non si capisce bene dove stia la verità e sembra che ci sia del marcio da entrambe le parti. Il mio augurio è che finisca al più presto questa guerra che ha già fatto tante vittime innocenti".

Secondo una fonte del governo siriano interpellata dall'Adnkronos, sono diverse centinaia gli occidentali che hanno combattuto al fianco dei ribelli, attualmente nelle mani delle forze di sicurezza siriane. La vicenda di Giuliano dunque, non sarebbe un caso isolato. "Ci sono circa 300 occidentali in mano siriana, gli italiani sono sei o sette, secondo le mie informazioni". Si tratta, spiega, di "cittadini italiani convertiti all'Islam".

Fonti dell'Antiterrorismo spiegano all'Adnkronos che da tempo viene monitorato il fenomeno dei cittadini italiani convertiti all'Islam che ''intraprendono un percorso di radicalizzazione''.

Un fenomeno, rilevano le stesse fonti, ''che coinvolge alcune decine di persone''. Lo scorso anno due distinte operazioni antiterrorismo, a Cagliari e a Brescia, ''avevano portato all'attenzione dell'opinione pubblica questa realtà legata all'estremismo di matrice islamica. Si tratta in genere di convertiti che fanno propaganda sul web e si mantengono in contatto via internet con ambienti del fondamentalismo. In alcuni casi c'è chi decide di passare all'azione unendosi a gruppi in lotta''.

''Non c'è un bacino di reclutamento, ma solo delle individualità sulle quali l'intelligence tiene alta la guardia'' afferma il direttore del Dis (Dipartimento Informazioni per la Sicurezza), ambasciatore Giampaolo Massolo. ''Non abbiamo specifici indicatori di minacce particolari -rimarca Massolo- è chiaro però che la situazione in generale non ci fa stare tranquilli e necessita di essere monitorata. Il fenomeno del reclutamento è molto meno diffuso per quanto riguarda l'Italia rispetto ad altri partner occidentali, ma noi stiamo sempre attenti anche perché la vicenda dimostra come il web sia una potente arma di autoaddestramento e autoreclutamento'' di estremisti.

(Adnkronos/Ign)

 



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