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29 marzo 2024

Italia

Quirinale, breve storia di tutte le elezioni

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Quirinale, breve storia di tutte le elezioni

La storia degli scrutini per la nomina del Presidente della Repubblica è fatta di capitoli diversi, con un epilogo a volte arrivato in modo rapido dopo accordi maturati prima che il Parlamento iniziasse a riunirsi; altre volte dopo lunghe trattative ed estenuanti votazioni.

De Nicola - I primi ‘grandi elettori’ ad essere chiamati in causa sono i membri dell’Assemblea costituente, che il 28 giugno del 1946 eleggono Enrico De Nicola Capo provvisorio dello Stato con 396 voti su 501 votanti e un plenum che in quel momento e’ di 537 membri. Un anno dopo, il 25 giugno del 1947, De Nicola si dimette e il giorno dopo la Costituente lo rielegge con 405 voti su 431 votanti e un plenum di 556 membri. De Nicola assume il titolo di Presidente della Repubblica il 1 gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione e in base alle norme transitorie e finali.

Einaudi - Il secondo Presidente della Repubblica è Luigi Einaudi. Viene eletto dal Parlamento l’11 maggio 1948 al quarto scrutinio con 518 voti, rispetto ai 451 richiesti sul plenum di 900. 320 voti vanno a Vittorio Emanuele Orlando.

Gronchi - Il 29 aprile del 1955 e’ la volta di Giovanni Gronchi: anche per lui elezione al quarto scrutinio con 658 voti (il plenum dell’Assemblea è di 843).

Segni - Sette anni dopo tocca ad Antonio Segni: per portarlo al Quirinale ci vogliono 9 scrutini, l’elezione arriva il 6 maggio del 1962, quando batte per 443 voti a 334 Giuseppe Saragat.

Saragat - Quest’ultimo sale al Colle due anni e mezzo dopo, quando Segni si dimette per motivi di salute. Un’elezione sofferta, visto che arriva al ventunesimo scrutinio, con 646 voti su 927 votanti e un plenum di 963 membri. E’ il 28 dicembre del 1964 e si è votato anche il 25.

Leone - E’ la vigilia di Natale del 1971 invece quando alla ventitreesima votazione arriva la scelta di Giovanni Leone: i ‘grandi elettori’ sono 1008, visto che per la prima volta scendono in campo tutti i 58 delegati regionali, mentre nelle precedenti circostanze il loro numero era ridotto. L’esponente Dc, con 518 suffragi su 996 votanti supera di poco il quorum della maggioranza assoluta, pari a 505. Dietro di lui, a quota 408, Pietro Nenni. Ottiene 6 preferenze Sandro Pertini.

Pertini - E sette anni dopo, l’8 luglio del 1978, giunge il suo turno, al 16/mo scrutinio. Nonostante le numerose fumate nere, alla fine il consenso è talmente elevato che nessun altro riuscirà a raggiungere questo tetto: 832 voti su 1011 ‘grandi elettori’ e 995 votanti.

Cossiga - Con Francesco Cossiga arriva la prima elezione lampo. L’allora presidente del Senato viene eletto il 24 giugno 1985 al primo scrutinio, con 752 voti su 977 votanti ed un plenum di 1011 membri.

Scalfaro - Un esempio che non viene seguito sette anni piu’ tardi, quando si va avanti in maniera estenuante con votazioni su votazioni, prima che l’emozione suscitata dall’attentato in cui perdono la vita Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta determini un’accelerazione nella scelta del capo dello Stato. Tocca ad Oscar Luigi Scalfaro, che il 25 maggio del 1992, al sedicesimo scrutinio, viene eletto con 672 voti su 1002 votanti e un plenum di 1014.

Ciampi - Sette anni dopo invece l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi avviene al primo scrutinio: 707 voti su 990 presenti e votanti e un plenum di 1011. E’ il 13 maggio 1999.

Napolitano - Il 10 maggio del 2006 sale invece al Colle Giorgio Napolitano, che viene eletto al quarto scrutinio con 543 preferenze, due in più rispetto a quelle di cui disponeva la maggioranza di centrosinistra. I grandi elettori sono 1009, i presenti 1000, i votanti 990.

Napolitano sarà anche il primo Presidente della Repubblica ad essere rieletto. Lo stallo politico e istituzionale determinatosi all'indomani delle elezioni e la bocciatura dei candidati del centrosinistra Franco Marini e Romano Prodi, porta le forze politiche a chiedere al Capo dello Stato uscente di accettare la riconferma. Il sigillo arriverà al sesto scrutinio, il 20 aprile del 2013: 738 voti su 997 votanti, quando la maggioranza richiesta è di 504 voti su 1007 grandi elettori.

 



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