Questione mercurio: «Delusi dalla Regione»
Mercoledì a palazzo Balbi incontro tra l'assessore regionale Bottacini e i comuni di Mogliano, Preganziol e Casier
|
MOGLIANO - Questione inquinamento da mercurio delle falde acquifere della bassa trevigiana, rimane serrato il confronto tra i Comuni di Mogliano Veneto, Preganziol , Casier e la Regione Veneto.
Si è tenuto oggi, mercoledì, a palazzo Balbi a Venezia un incontro che, parole del comue moglianese, «si è rivelato purtroppo particolarmente deludente».
I Comuni rappresentati rispettivamente dall’assessore Oscar Mancini per Mogliano, dal Sindaco Paolo Galeano per Preganziol, dal sindaco Miriam Giuriati insieme all’assessore Paolo Calmasini per Casier, hanno avanzato precise e motivate richieste all’assessore regionale Gianpaolo Bottacin (nella foto).
«Senza ottenere alcun impegno apprezzabile» spiegano i comuni in una nota.
Due le richieste avanzate oggi. La prima, attivare un’indagine idrogeologica per ricercare la fonte primaria dell’inquinamento, allo scopo di bonificare l’area e interrompere i flussi inquinanti.
La seconda: contribuire a finanziare l’estensione della rete acquedottistica per garantire acqua salubre a tutti i cittadini.
La nota prosegue: «L’assessore regionale alle richieste dei Comuni ha opposto la scarsità delle risorse a disposizione del suo assessorato per realizzare gli obiettivi indicati, avanzando il dubbio della loro utilità, particolarmente per quanto riguarda la possibilità di individuare la causa dell’inquinamento.
Mentre si è detto disponibile a sollecitare l’ARPAV affinchè estenda l’area dei monitoraggi».
I Comuni hanno ribadito che si tratta di una misura necessaria e persino ovvia ma non sufficiente. «Il recente rapporto dell’ARPAV ci dice infatti che l’inquinamento delle falde non accenna a diminuire anche nei comuni situati a nord. Ne consegue che non bastano i monitoraggi a campione, occorre individuare la fonte primaria della contaminazione e chiudere il “rubinetto”.
La nostra posizione è avvalorata anche dall’ipotesi da avanzata da Arpav circa la possibilità che il mercurio sia stato immesso “più a monte” ovvero “rilasciato sul suolo in corrispondenza di un acquifero indifferenziato”. Ne deriva appunto che il semplice monitoraggio dei pozzi contaminati a valle non ci consentirà mai di risalire alle cause dell’inquinamento».