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25 aprile 2024

Vittorio Veneto

Quando la cultura diventa anche spettacolo

Pienone al Da Ponte con il latinista Ivano Dionigi

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Quando la cultura diventa anche spettacolo

VITTORIO VENETO - Davanti a un pubblico eterogeneo, con studenti, giovani, professionisti, genitori, per due ore e mezza si è sviluppata una programmazione, misurata anche nei tempi, che ha visto un susseguirsi di momenti, culminati con la lezione magistrale, è proprio il caso di qualificarla così, del latinista Ivano Dionigi, Rettore emerito dell'Università più antica del mondo, quella di Bologna.

 

Ha iniziato Giovanni Bonfanti con il notturno op. 37 di Chopin.

I professori Silvano Piccoli e Daniela Foltran hanno introdotto l'evento, che ha visto una partecipazione corale del liceo "Flaminio", con la fattiva collaborazione della professoressa Lorena Serlorenzi.

 

Per il saluto ufficiale è intervenuta la preside Emanuela Da Re, che si è complimentata con il corpo docente e con gli studenti, seduti in cerchio sul palcoscenico, in sintonia con le immagini del "coro greco".

 

Subito dopo il sindaco Roberto Tonon, (la Città è stata titolare dell'evento con il Flaminio) ha sottolineato la dimensione europea della manifestazione, fiducioso che il sogno e l' utopia possano trasformarsi in eutopia ossia in una realtà buona e positiva.

 

Quindi il nuovo brano musicale, l'andante festivo di Jean Sibelius, eseguito da 9 orchestrali, con il maestro Stefano Pagotto.

 

 

L'intervento di Dionigi, presentato da Chiara Cecchinel, è partito dalla rappresentazione di "questa Italia", in cui tanti giovani scoprono il mondo con l'aiuto dei genitori e degli insegnanti.

La riflessione del cattedratico ha approfondito il significato e il primato della parola, il potere della parola con cui tutto è possibile, perché, a partire dalla retorica a Roma, è in grado di affascinare, di convincere le coscienze, ma, citando Cicerone, bisogna promuovere un mondo etico, prendendo le giuste distanze dall'uso distorto di tanti demagoghi, che portano alla notte della Repubblica.

Frequente i riferimenti al presente, che tante volte sembra una Babele, per cui bisogna ricorrere all'ecologia linguistica, come sottolineava Platone.

 

Significativo il passaggio riguardante il destino dell'Occidente, dai capelli bianchi, che, se non vuole andare incontro al fallimento nella competizione, deve saper andare insieme all'Oriente.

 

Fugace un passaggio in riferimento a un dialogo tra Andrea Zanzotto e Fernando Bandini.

 

L'ultima parte ha riguardato il rapporto tra la res pubblica e res privata, mettendo in guardia e diffidando da coloro che non colgono più il presente, ma si immergono nello spazio attraverso la tecnologia, la rete e i social.

 

Subito dopo Dionigi ha risposto alle domande di alcuni studenti, che sedevano sul palco.

 

E' seguito il monologo di Cassandra dall' Agamennone di Eschilo, interpretato da Francesca Zaros e il balletto da parte di Ilaria Zanette.

 

 

Al termine di una faticosa giornata il professor Dionigi ha commentato con grande soddisfazione:"Sto girando da tempo tutto il Paese, sono di ritorno da un dibattito svoltosi al Senato, ma un evento così partecipato e così ricco di momenti significativi non l'ho mai vissuto!".

 

Sulla stessa lunghezza d'onda il commento del professor Alberto Cametotto, promotore dell'iniziativa con il progetto di Ca' Foscari "Classici contro", che ha dichiarato:

"Grande impressione e pubblico straordinario, forse possiamo dire oltre il tutto esaurito, all'apertura dei Classici contro al teatro Da Ponte ieri sera, per il latino e per "il presente non basta" di Ivano Dionigi. Splendida l'immagine di Dionigi con l' Equus Troianus dei Classici Contro e una notevole Cassandra dalle azioni sulla scena del liceo Flaminio di Vittorio Veneto".

 

La prof.ssa Lorena Serlorenzi ha sottolineato: "Le nostre performances di musica, teatro e danza hanno creato una cornice intorno alla pregevole relazione del prof. Dionigi, anche se, è noto, non sempre le cornici sono all'altezza dei capolavori che racchiudono. Poi, come dice Massimo Recalcati, "l'opera d'arte, come sanno bene tutti i grandi artisti, intrattiene sempre un rapporto con l'assoluto, l'irraggiungibile con il reale, con l'impossibile". Ad ogni buon conto il lavoro svolto è stato per noi un'occasione di crescita straordinaria, affrontata con entusiasmo, certi che i classici abbiano ancora da insegnarci, molto da darci".

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 


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