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19 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Prosecco, il presidente della Docg Nardi: "Basta polemiche"

La lettera di Innocente Nardi ai produttori

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Prosecco, il presidente della Docg Nardi:

VALDOBBIADENE - “Del resto, già oggi chi voglia non riportare il termine Prosecco sulle etichette lo può fare, quindi non ci servono le polemiche, fermo restando che quello che si mette in bottiglia è il Prosecco originario, quello Superiore di Conegliano Valdobbiadene, il migliore che ci possa essere e il migliore che noi, mai appagati, si sappia produrre nel rispetto dei trecento anni di storia e delle fatiche di tante generazioni”: è la “tregua” invocata da Innocente Nardi, presidente del Consorzio del Prosecco Docg, in una lettera inviata ai produttori.

 

“Il tema legato al nome del prodotto deve rispettare la nostra identità e contemporaneamente consentire un’efficace competizione sui mercati mondiali, permettendo al pubblico di riconoscerci immediatamente rispetto agli altri vini in commercio – continua Nardi -. La forte distinzione che già esiste ed è già nota ai più esperti ed affezionati consumatori va portata sempre più alla luce tramite l’azione corale di tutti, approfittando anche della notorietà derivante dalla recente nomina Unesco: si tratta di azioni ben diverse dall’abbandono della paternità del Prosecco, che da noi è Superiore grazie alla passione ed al sacrificio degli antenati e delle attuali generazioni”.

 

Per il Presidente non ci sarebbe quindi nessuna fuga dal nome “Prosecco”, dopo le polemiche delle ultime settimane.

 

“Siamo Conegliano Valdobbiadene”, recita la nostra più recente campagna pubblicitaria, “il regno del Prosecco Superiore”: in questa semplice frase è contenuta la nostra strategia relativa all’evoluzione del nome, con il progressivo spostamento dell’accento verso il territorio, nella logica del concetto di terroir e senza mai perdere il dovuto rispetto delle radici. Ci si dedichi allora a dimostrare con i fatti ed a comunicare in modo corretto ed inequivocabile la superiorità della nostra viticoltura e del nostro vino che è origine di un fenomeno mondiale, grazie all'indiscussa superiorità del territorio collinare dove abitiamo e lavoriamo da generazioni e con una storia che non ha eguali perché fondata su di un rispetto delle tradizioni che è diventato cultura di ciascuno di noi. Questi concetti si affermano solo grazie all’azione coesa di tutti, coerente con i principi che ci contraddistinguono e ci rendono forti. Il confronto su argomenti importanti come questi deve avvenire nei luoghi deputati, ovvero nei Consigli e nelle Assemblee del Consorzio, dove infatti il dibattito sul nome è stato affrontato e sarà nuovamente esaminato nei prossimi mesi e dove l’interesse della Denominazione, della sua reputazione e del suo valore continueranno a prevalere su ogni protagonismo aziendale”.

 



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