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29 marzo 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Il prosecco non sente la crisi. E sfrutta l'e-commerce

Presentato rapporto 2013 del Cirve

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Il prosecco non sente la crisi. E sfrutta l'e-commerce

PIEVE DI SOLIGO - Esportazioni e grande distribuzione organizzata: gli assi che il Prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene è in grado di giocarsi per affermarsi con crescente energia nel mercato globale corrono su questi binari. Le vendite all'estero, pari nel 2012 a 28 milioni di bottiglie, cioè più del 45% della produzione totale, distribuite in più di 80 paesi, danno un fatturato di 132 milioni di euro, con un incremento rispetto all'anno precedente che sfiora il 15%. Lo rivela il rapporto 2013 elaborato dal Centro interdipartimentale per la ricerca in viticoltura ed enologia (Cirve), presentato sabato a Pieve di Soligo.

 

Fra i principali mercati di riferimento si conferma, come da tradizione, la Germania, che assorbe il 24,3% delle bottiglie esportate, seguita dalla Svizzera (20,9%), e dal Regno Unito (16,8%). Oltre ad altre aree in cui i rapporti con i produttori di prosecco trevigiani sono ormai consolidati (dall'Austria agli Stati Uniti al Canada), esistono zone del mondo che paiono crescere più di altre nell'interesse per le bollicine nazionali. Fra queste merita un cenno particolare la Russia, dove lo spumante Docg ha segnato nel 2012 vendite per 3,3 milioni di euro in aumento del 134% rispetto all'anno precedente.

 

Per quanto riguarda invece i canali distributivi scelti, negli ultimi sette anni si è assistito ad un sostanziale cambiamento connesso da un lato all'acquisizione di capacità commerciale della Grande distribuzione organizzata (Gdo) e dall'altro a schemi di multicanalità che non disdegnano gli strumenti di e-commerce e l'utilizzo di corrieri per la consegna a domicilio degli ordini. Dal 2010, in ogni caso, la Gdo rappresenta il principale canale di riferimento in Italia, con una capacità che tocca i 12,8 milioni di bottiglie, vale a dire il 113% in più rispetto al 2005. La prepotenza di tali strutture è la concausa di una flessione rilevata, invece, negli ambiti della ristorazione e del catering (Horeca), che mantiene la seconda piazza con 9,4 milioni di bottiglie ma che cede qualche quota anche a vantaggio dei grossisti, ai quali nel 2012 viene attribuito il 25% del giro d'affari. La vendita diretta conosce invece una nuova primavera.

 

Pur con una quota di mercato ridotta, pari al 6,4%, il segmento ha registrato lo scorso anno un incremento di 900 mila bottiglie rispetto al 2011 e questo, sostengono gli autori del rapporto 2013 sul distretto spumantistico, grazie anche all'accentuazione degli sforzi in ambito enoturistico, cioè con gli acquisti compiuti dai visitatori direttamente nelle cantine.

 



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