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20 aprile 2024

Montebelluna

Pronti risarcimenti per 854 beffati da crac banche

Arbitro Consob, buona parte ricorsi sono per risparmio tradito

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risparmiatori

CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA - Sono 854 i risparmiatori beffati dai crac delle banche che riceveranno i risarcimenti previsti dal milleproroghe dopo che il loro ricorso è stato accolto dall'Arbitro per le Controversie Finanziarie della Consob. I primi 100 hanno già incassato le somme riconosciute, per circa 2 milioni di euro. I conti li ha fatti il presidente dell'organo della Consob, Giampaolo Barbuzzi. Amare le sue parole: "scarse conoscenze finanziarie e passività degli investitori hanno concorso a creare un humus ideale per comportamenti scorretti, supportati da set informativi suggestivi ma anche decettivi".

 

Oggi scadeva il termine entro cui le pronunce dell'Arbitro consentono ai risparmiatori travolti dai default delle Banche venete, o degli istituti in risoluzione dal novembre 2015 (come Popolare dell'Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara) di accedere al fondo previsto dal milleproroghe. Degli 854 ricorsi accolti (su 976, cioè l'87,5%) per 36,1 milioni di rimborsi accordati (su 44,8 milioni richiesti, cioè l'80,6%) la parte del leone spetta alla venete: tanto per fare un esempio, i ricorsi accolti per risparmiatori di Veneto Banca sono stati 249 per 14,7 milioni, per la Popolare di Vicenza 253 per 8,3 milioni.

 

Il fondo ha una dotazione di 25 milioni. Ne consegue, visto che questi risparmiatori hanno diritto ad un ristorno del 30% dell'importo accordato dall'Arbitro (per massimi 100.000 euro a testa), che ci sono risorse sufficienti per risarcirli. L'intervento attuato con il milleproroghe, ha spiegato l'Arbitro, potrà consolidarsi ora se l'iter della legge di bilancio si concluderà confermando l'impianto dell'art.38, "che prevede una analoga forma di ristoro per la generalità dei risparmiatori coinvolti nelle stesse vicende". Barbuzzi ha ricordato che, pur trattandosi di misure che tutelano i singoli, hanno anche un fine "pacificatorio del sistema". Perché buona parte dei ricorsi finora arrivati all'Acf sono di casi di "risparmio tradito" legati ai crac bancari degli ultimi anni. Casi in cui spesso è emersa evidente la violazione di principi fondanti nei servizi finanziari, primo tra tutti quello di "servire al meglio l'interesse del cliente".

 

Emblematica l'informazione data ad ignari correntisti, secondo cui un titolo non quotato "è meno rischioso" rispetto alle oscillazioni dei titoli quotati. Omettendo però precisare che titoli non quotati sono molto più difficile da vendere quando si cerca disinvestire.

 



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