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16 aprile 2024

Treviso

Profughi, un piano di reintegrazione sociale e lavorativa in patria

Il progetto della Cgil Treviso per chi non ottiene lo status di rifugiato

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Profughi, un piano di reintegrazione sociale e lavorativa in patria

TREVISO - Un piano di reinserimento per permettere di sistemarsi e trovare lavoro in patria ai migranti che non ottengono lo status di rifugiato. Questa la base del progetto di ritorno volontario assistito, rivolto a migranti, con o senza permesso di soggiorno, singoli o famiglie lanciato dalla Cgil di Treviso. Per un totale di 235 posti disponibili, il progetto principalmente rivolto a migranti provenienti da Senegal, Maracco, ma anche Tunisia e Albania, utilizza i Fondi Asilo FAMI e Migrazione e Integrazione 2014-2020 ed è cofinanziato dall’Unione Europea, dal Ministero dell’Interno e dal CIES Onlus di Roma.

La cooperativa Open Group di Bologna ne è partner per il Nord Italia. Domani alle ore 16.00 all’auditorium di via Dandolo a Treviso, sarà presentato dal sindacato, insieme agli operatori del progetto. In Italia si sostanzia in un colloquio informativo e d’orientamento, una consulenza personalizzata per l’elaborazione di un piano di reinserimento lavorativo nel Paese d’origine finalizzato all’avvio di attività micro-imprenditoriali, nonché l’organizzazione e la copertura economica del viaggio di ritorno e un piccolo sussidio per la prima sistemazione. In Senegal e in Marocco il migrante godrà poi di un contributo economico pari a 2mila euro, più mille euro per ogni familiare maggiorenne a carico e 600 per i minori, l’accoglienza di un’équipe specializzata di operatori locali e italiani, l’assistenza nella ridefinizione e realizzazione del percorso di inserimento lavorativo-imprenditoriale ma anche sociale. Tutto sarà monitorato per la durata di 6-12 mesi.

 “Oggi, riuscire a ottenere lo status di rifugiato per i migranti di Senegal e Marocco presenti nei centri di accoglienza del nostro territorio, è sempre più difficile – spiega Nicola Atalmi, della segreteria provinciale Cgil di Treviso con delega all’immigrazione -. Perché il ritorno in patria, volontario e consapevole, diventi una fase del processo migratorio, prima che questo si trasformi in esperienza di clandestinità e una drammatica sconfitta sul piano individuale, il sindacato, sostenendo i progetti dedicati al rientro dei migranti, senegalesi e marocchini in particolare, mira a informare e coinvolgere i provenienti da questi Paesi che si vengono a trovare in una dura condizione di irregolarità e difficoltà. Offrire loro la possibilità di ritornare attraverso un aiuto economico e logistico e la costruzione di un proprio piano di reintegrazione sociale e lavorativa diventa allora una buona pratica e un segnale di civiltà”.

Oltre a Giacomo Vendrame, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso e Nicola Atalmi della segreteria provinciale Cgil, all’appuntamento di giovedì 8 giugno saranno presenti la prefetto di Treviso Laura Lega, il Sindaco di Treviso Giovanni Manildo, l’on. Simonetta Rubinato, Tiziano Barone direttore di Veneto Lavoro e Modou Diop vicepresidente della Consulta Immigrazione Regione Veneto.

 



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