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23 aprile 2024

Treviso

Profughi in stazione, Zaia:"Massacrata la dignità umana"

Il presidente del Veneto: "Si prenda atto che i prefetti non sono in grado di gestire la situazione"

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Profughi in stazione, Zaia:

TREVISO - “A Treviso stiamo assistendo al massacro della dignità delle persone, accatastate in stazione. Fulgido esempio di arrogante disorganizzazione. E adesso, dopo le caserme, si sta pensando alla stazioni dismesse, peraltro spesso problematicamente vicine ai centri abitati. Da discariche a cielo aperto ad altre uguali con un nome diverso, stazioni invece che caserme. Una situazione senza precedenti che deve finire, perché sono il Governo italiano e l’Europa ad avere ridotto ad emergenza una situazione che era chiarissima sin dal 2011”. Queste le dure parole del governatore del Veneto Luca Zaia alla luce delle ultime, inadeguate, soluzioni tampone per accogliere i profughi arrivati in stazione a Treviso.

Venerdì mattina in stazione è arrivato un nuovo contingente di profughi, che sono andati ad aggiungersi ai presenti, già ammassati nel locale dell’ex libreria Mondadori. In totale un’ottantina le persone accampate, per terra, in stazione. “Siamo all’immigrazione incontrollata che sta mettendo in crisi il sistema istituzionale territoriale- attacca Zaia con “crescente preoccupazione” -Il livello di guardia è stato superato e urgono soluzioni radicali".

"Si prenda prima di tutto atto che i Prefetti non sono in grado di gestire la situazione  - tuona Zaia - e si affronti una buona volta il problema dalla fonte: vi si ponga rimedio immediatamente bloccando i flussi, distruggendo i barconi nei porti e in mare dopo aver soccorso gli occupanti, andando a realizzare centri di accoglienza e identificazione in Africa, se non in Libia, in paesi contermini, dove poter prima di tutto verificare l’effettiva condizione di profugo. Non si dimentichi che di quelli che arrivano, due terzi non ne hanno le caratteristiche e dovrebbero essere respinti, anzi, nemmeno accolti. La realtà invece è che nessuno è in grado di rimandare a casa nessuno e che ci si sta imponendo dall’alto di farci carico di gente che non ha in realtà bisogno di assistenza, i cosiddetti migranti economici”.

 


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