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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Profughi, delibera emendata: minoranza abbandona l’aula

Il documento era stato proposto dal consigliere leghista Gianantonio Da Re

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Profughi, delibera emendata: minoranza abbandona l’aula

 

VITTORIO VENETO – «Il sindaco deve ostacolare ed opporsi all’arrivo di nuovi profughi a Vittorio Veneto»: è questo l’invito lanciato dal consigliere comunale Gianantonio Da Re (Lega Nord) ieri sera, giovedì, in aula leggendo la proposta di delibera sulla questione profughi depositata dai gruppi Lega Nord, Toni Da Re Sindaco e Forza Italia. Un tema, l’ultimo all’ordine del giorno, che ha acceso un dibattito durato oltre un’ora e mezza, tra citazioni evangeliche proposte dal consigliere Graziano Carnelos leggendo passi del Vangelo di Matteo in cui si parla di accoglienza e dati della crisi che ha colpito l’intera Italia snocciolati dal consigliere Gianluca Posocco.

 

Nel documento illustrato i firmatari affermano che «Vittorio Veneto ha già dato in termini di solidarietà umana», tenendo conto delle persone che sono state alloggiate alla Caritas e al Ceis, e parlano anche di un possibile «danno economico e turistico» che potrebbe derivare per la città, oltre a «un costo sociale e a un rischio sanitario per i vittoriesi». Precise le richieste rivolte quindi al sindaco Roberto Tonon volte a fermare l’arrivo di nuovi profughi in città, attivandosi con le varie istituzioni. «Non vorremmo che, una volta finiti i soldi dello Stato, queste persone rimangano a carico dei comuni – ha aggiunto in aula Da Re -. Vorremmo capire che prospettive possiamo dare a queste persone, se potranno avere un lavoro. Per ora sono solo degli ospiti, a carico dei contribuenti vittoriesi».

 

Al 25 novembre in città c’erano 105 profughi ospitati dal Ceis, di cui 4 minori, e 6, di cui una donna, presso le strutture di Caritas. Come ha spiegato in aula l’assessore Barbara De Nardi in questi due centri ci sono tutti «richiedenti asilo politico», che prima di arrivare in città vengono identificati dalla Prefettura. L’iter per il riconoscimento di status di rifugiato politico dura dagli 8 ai 16 mesi.

 

Mentre la minoranza rimaneva ferma sui punti indicati nel documento, la maggioranza ha proposto degli emendamenti alla proposta di delibera. Il tutto nel contesto di un acceso confronto in aula: in molti non hanno nascosto le storie che stanno dietro a questi profughi, altri, come il consigliere Paolo Santantonio (FI), ha chiesto che tutto il Veneto dia accoglienza nello stesso modo evidenziando come «il 30% dei profughi in provincia di Treviso è a Vittorio Veneto».

 

«Si dimentica il fatto che queste sono persone, più sfortunate di noi, arrivate qui per migliorare la propria vita così come i migranti italiani cercavano di migliorare la propria» ha replicato in aula il consigliere Adriano Botteon (Pd), ricordando come molti profughi arrivati in città poi «non restano a Vittorio Veneto» scegliendo di trasferirsi in altri paesi. «Un problema che viene gonfiato» il giudizio del capogruppo del Pd, teso a un atteggiamento di solidarietà umana su questo problema.

 

Dal consigliere Giuseppe Costa sono arrivati infine gli emendamenti al documento della minoranza, correzioni che però non sono state gradite dai proponenti tanto che al momento della votazione finale i consiglieri Gianluca Posocco, Bruno Fasan, Gianantonio Da Re e Paolo Santantonio hanno abbandonato l’aula. Atteggiamento che non è piaciuto al Pd, che afferma: «In conferenza dei capigruppo Posocco concordava sugli emendamenti della proposta di delibera, e poi in aula – riscontrata la contrarietà del “capo” – ha fatto marcia indietro, non votandola. Un atteggiamento, che per serietà e coerenza politica, dovrebbe portare solo alle sue inevitabili dimissioni da capogruppo».

 


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