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28 marzo 2024

Treviso

Profughi, Anci: "Si diano permessi di soggiorno per fini umanitari"

Secondo l'associazione "le caserme operative sarebbero i luoghi più adatti per ospitare gli stranieri in arrivo"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Profughi, Anci:

TREVISO - I 63 immigrati trasferiti da venerdì scorso nel capannone della Dogana, questa mattina hanno lasciato i locali a San Giuseppe e sono stati tutti trasferiti presso altre idonee strutture di accoglienza presenti sul territorio provinciale. Lo ha comunicato oggi, martedì, la Prefettura di Treviso. Parte dei migranti ha trovato alloggio nei locali della parrocchia di Paderno di Ponzano, messa a disposizione dal parroco don Aldo Danili, altri presso una cooperativa di Conegliano.

"Questa mattina la Prefettura ci ha comunicato il trasferimento degli oltre sessanta profughi. Crediamo  - sottolinea il vicesindaco Roberto Grigoletto - che aver stabilito negli accordi con la Prefettura un termine temporale abbia accelerato il reperimento di locali adatti. Nello stesso tempo, pur con tutti i limiti di una soluzione assolutamente provvisoria, abbiamo evitato che si continuassero a scrivere vergognose pagine come quelle della settimana scorsa, con i profughi lasciati per terra in stazione". 

Mentre si attendono ulteriori arrivi nei prossimi giorni, questa mattina, in Provincia, l’Associazione nazionale comuni Veneto ha ribadito la necessità e l’urgenza di individuare, da parte dei prefetti, strutture di accoglienza idonee per ospitare i migranti ma soprattuto la necessità di regole chiare e snellimento delle pratiche burocratiche di riconoscimento dello status di rifugiati.

“La gestione è sempre più difficile, i comuni non hanno spazi pubblici agibili idonei all’accoglienza - sottolinea Maria Rosa Pavanello, presidente Anci Veneto - I bilanci comunali negli ultimi tre anni sono stati ridotti all’osso e molti spazi pubblici dove non è stata portata avanti la manutenzione, sono stati chiusi. Impossibile riaprirli e renderli agibili all’accoglienza, troppo ingenti le risorse da mettere in campo. Per questo - sostiene Pavanello - le caserme operative sarebbero i luoghi più adatti per ospitare gli stranieri in arrivo. D’altronde se chiedono di usare le palestre comunalo per far fronte all’emergenza dei profughi, dove non ci sono letti e acqua corrente, possono trovare una soluzione per aprire degli spazi anche nelle caserme in uso”.

Secondo l'associazione dei sindaci la via d’uscita per alleggerire le tensioni che si stanno creando all’interno dei comuni per la gestione dei profughi, è quella di dotare quei profughi che non provengono da zone di guerra, del permesso di soggiorno per ragioni umanitarie: “Chiediamo che le procedure siano semplificate - continua Pavanello - e che siano rilasciati certificati di protezione umanitaria temporanea della durata di almeno sei mesi, in modo da consentire alle persone che oggi vengono fatte radunare in centri di accoglienza di potersi liberamente muovere sul territorio europeo”.

 


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