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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

PROCESSO DA RIFARE PERCHE' FATTO MALE: E' LA PRIMA VOLTA IN ITALIA

La paternità dell'inedito caso legislativo è di un avvocato vittoriese

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

PROCESSO DA RIFARE PERCHE' FATTO MALE: E' LA PRIMA VOLTA IN ITALIA

VITTORIO VENETO - La revisione di un processo perchè non ritenuto equo. La revisione provocata da una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Un'ipotesi non prevista dal codice di procedura penale italiano, con la quale la Corte d'Appello di Bologna si trova oggi a confrontarsi.

Il primo processo di questo tipo, in Italia, quello che vede sul banco degli imputati il sig. Paolo Dorigo già condannato per l'attentato alla Base di Aviano del 1993.

"È la prima volta", afferma l'avv. vittoriese Luca Piaia (in foto) che, insieme a Marina Prosperi, rappresenta la difesa dell'imputato "che ci si trova di fronte ad un processo di revisione stimolato da una sentenza europea che ha dichiarato la non equità di un processo".

Ma torniamo un po' indietro nel tempo. Torniamo nel 1993. Paolo Dorigo viene accusato con altri di aver commesso l' attentato alla base Usaf di Aviano. E per i reati contestatigli, tra cui banda armata e attentato con finalità di terrorismo viene condannato a 13 anni e mezzo di carcere.

La sentenza, definitiva nel 1996, è impugnata dal sig. Dorigo davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo che nel 1998 riconosceva l'iniquità del processo.

Spiega l'avv. Luca Piaia: "la Corte di Strasburgo ha ritenuto non equo il processo perché la condanna è conseguenza delle dichiarazioni accusatorie di coimputati del Dorigo rese in corso di indagine e poi dagli stessi non confermate nel processo in quanto si avvalsero della facoltà di non rispondere.

Al Dorigo venne negata una piena difesa, comprensiva della possibilità di esaminare i suoi accusatori".

Nonostante l’ingiusto processo il sig. Dorigo rimaneva in carcere fino al 2006 allorquando, dopo ben dodici anni di detenzione, un'ordinanza della Corte d'Appello di Bologna sospendeva l'esecuzione della pena che stava scontando.

Ne dovranno trascorrere altri sei prima che, il 14 giugno di quest’anno prendesse avvio l'agognato giudizio di revisione innanzi alla Corte d’Appello di Bologna, che emetteva il Decreto di citazione a giudizio del sig. Paolo Dorigo, sulla scorta di una sentenza della Corte Costutuzionale, pronunciatasi nel 2011 proprio sul “Caso Dorigo” (la Corte Costituzionale aveva dichiarato la parziale incostituzionalità del art. 630 c.p.p. laddove non contempla tra le varie ipotesi, quella della revisione del processo qualora ciò sia necessario per conformarsi ad una sentenza definitiva della Corte europea dei diritti dell’uomo).

Il processo di revisione è, dopo 14 anni, iniziato. Non senza qualche difficoltà. Spiega l'avv. Luca Piaia "si tratta di un processo la cui disciplina non è codificata e d'altra parte le norme del tradizionale processo di revisione non risultano tout court applicabili alla nuova fattispecie".

Ed infatti, già sulla formazione del nuovo fascicolo del dibattimento e sull'inserimento nel medesimo delle dichiarazioni dei coimputati accusatori di Paolo Dorigo è battaglia tra difesa e accusa. Primo problema di un processo che non ha precedenti.

 


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Stefania De Bastiani

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