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28 marzo 2024

Treviso

Prevenzione e contrasto alle mafie, strategie per costruire la legalità

Interventi del Procuratore nazionale Antimafia De Raho e del Prefetto Lega

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Prevenzione e contrasto alle mafie, strategie per costruire la legalità

TREVISO - Questa mattina al Palazzo dei Trecento si è svolto il convegno "Prevenzione e contrasto alle mafie, strategie per costruire la legalità", organizzato dalla Prefettura di Treviso.

All' iniziativa hanno partecipato in veste di relatori autorità istituzionali, culturali e rappresentanti dei mondi produttivi e culturali del territorio.

Va comunque sottolineata la presenza di un nutrito gruppo di studenti, accompagnati da alcuni docenti, di dirigenti scolastici e della dirigente territoriale, dr. Barbara Sardella.

 

Gli studenti sono stati protagonisti, perché la scaletta è cominciata con un video-filmato della II B dell'Istituto "Giorgi".

In apertura dei lavori il Prefetto Laura Lega ha ricordato la giornata del 21 marzo, dedicata alle vittime della mafia, mettendo in luce che l'iniziativa era rivolta alla comunità e agli studenti, per combattere e contenere "i rischi di infiltrazione".

Il Prefetto ha utilizzato la metafora del linguaggio medico: "bisogna fare i controlli, come contro il cancro".

La mafia, ha sottolineato, ha cambiato pelle, perché è una entità mutevole, il che la rende più pericolosa, anche perché si annida negli scenari della finanza mondiale, che riesce a sfuggire a molti controlli.

Emblematica di tale situazione critica in Italia è il notevole numero di comuni, le cui amministrazioni sono state sciolte dallo Stato: i commissariamenti sono aumentati anche a causa della crisi economica.

 

Il fenomeno mafioso riguarda anche il territorio veneto e trevigiano, dove operano 80.000 aziende, che rappresentano una ricchezza importante per il Paese.

È seguita la tavola rotonda, moderata dal direttore di "Il Gazzettino", Roberto Papetti, che ha pure sottolineato come negli ultimi tempi è avvenuta una certa "rimozione del fenomeno mafioso" nella comunicazione del Paese.

 

Il primo intervento è stato affidato ad Antonio Parbonetti, Pro-Rettore dell'Università di Padova, che ha coordinato una ricerca sulle aziende criminali presenti nel Centro e nel Nord dell'Italia.

Ha ricordato gli effetti devastanti sul piano economico, mettendo a fuoco alcuni dati oggettivi, riguardanti il periodo 2015-2014, dai quali emergono risultati preoccupanti: al termine di 120 operazioni sono stati condannati 1567 soggetti, di cui 25% di azionisti e/o amministratori, presenti in 643 società di capitali.

Sono dati significativi, riferiti agli anni 2005-2014, che evidenziano infiltrazioni e/o radicamento, in tutti i settori produttivi e non solo in quello dell'edilizia, come spesso si crede e che interessa aziende grandi e non solo quelle piccole.

 

Sono seguiti gli interventi dei rappresentanti dei cosiddetti corpi intermedi: Giuseppe Milan di Unindustria, Mario Pozza, Presidente di Camera di Commercio, Vendemiano Sartor, Presidente di Confartigianato e Walter Feltrin, Presidente della Federazione Provinciale Coldiretti.

L'ultimo intervento è toccato al Direttore della Banca d'Italia di Venezia, Paolo Ciucci.

Sono seguite le richieste di chiarimenti da parte di 6 studenti, prima dell'intervento del Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, il cui pensiero è riportato in una intervista, pubblicata con altro servizio.

 



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