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14 dicembre 2024

Treviso

Preti pedofili: verifiche anche in provincia di Treviso

Rientrano nell’ambito di un’inchiesta di Ravenna

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

Preti pedofili: verifiche anche in provincia di Treviso

TREVISO - I primi, ascoltati in mattinata in

Tribunale in un contesto protetto, hanno in buona sostanza

confermato di avere avuto rapporti sessuali con il loro prete.

Ma saranno in totale una decina i minorenni (tutti tra i 14 e i

16 anni) che verranno ascoltati tra oggi e giovedì nell'ambito

dell'incidente probatorio chiesto per don Giovanni Desio, o "don

John" come lo chiamavano i suoi fedeli, ex parroco di

Casalborsetti, sul litorale ravennate, 52 anni, originario di

Milano, e per 13 anni alla guida della parrocchia rivierasca.

Fino a inizio dell'aprile scorso, quando era stato arrestato in

canonica dalla squadra Mobile per adescamento e atti sessuali

con ragazzini di 14 e 15 anni. Due, delle province di Ravenna e

Bergamo, quelli ai quali si faceva riferimento nell'ordinanza

del Gip Rossella Materia che lo aveva portato in carcere sulla

base di intercettazioni esplicite. Ma le verifiche della polizia

si erano poi estese su altre province italiane, tra cui Treviso.

 

Due i fattori che avevano potenzialmente esposto giovani di

varie provenienze alle attenzioni dello "zio John": la passione

per il cinema che lo portava a lunghe trasferte pure all'estero;

e il fatto che Casalborsetti, quale località turistica, abbia

richiamato famiglie da altri territori.

 

Alle prime audizioni, davanti allo psichiatra Sergio Maria

Corazza incaricato dal giudice, oltre al Gip Materia, al Pm

Isabella Cavallari titolare del fascicolo e all'avvocato della

difesa Battista Cavassi, era presente anche l'avvocato Giovanni

Scudellari per conto di alcuni dei minori.

 

Don Desio si trova ancora in carcere a Forlì dopo che il Gip

aveva respinto la sua richiesta di domiciliari in una sorta di

clinica psichiatrica per sacerdoti che si trova sulle colline

umbre in provincia di Perugia. In seguito a ulteriore ricorso,

per il 23 luglio è stata fissata udienza davanti al Tribunale

del Riesame di Bologna. Per don Desio la notorietà mediatica era

arrivata già a metà febbraio scorso, quando con il suo suv Bmw

nuovo da 35 mila euro, e un tasso alcolemico di quasi quattro

volte oltre il limite consentito per mettersi alla guida, era

finito in un canale ed era stato salvato in extremis da alcuni

parrocchiani.

 


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Matteo Ceron

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