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28 marzo 2024

Treviso

Posta a giorni alterni in 25 Comuni: "Così muoiono le piccole comunità"

Mariarosa Barazza, presidente dell'associazione comuni della Marca si schiera contro la riduzione del servizio di corrispondenza delle Poste

| Isabella Loschi |

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TREVISO – “Quando si colpisce il servizio postale, si ferisce qualcosa di più di un servizio essenziale alla popolazione: si dà un colpo mortale a molte piccole comunità dove la Posta resta spesso l’ultimo presidio sociale attivo. Volete far morire i piccoli centri? Allora togliete pure il servizio postale”.

Queste le parole di Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni della Marca e da poche settimana anche referente regionale per l’Anci Veneto dei piccoli Comuni dopo l’annuncio della riduzione del servizio di corrispondenza in 25 comuni della Provincia di Treviso.

“Se Poste Italiane Spa pensa che la riduzione del servizio di consegna della corrispondenza sia l’anticamera per un nuovo tentativo di chiusura degli sportelli postali periferici, ricordo all’azienda che ci ha già provato nel 2015 su 13 Comuni della nostra provincia e ha dovuto fare un passo indietro perché il Tar ha dato ragione al nostro ricorso - rincara Barazza -. Per l’Associazione Comuni della Marca è essenziale che venga garantito il servizio postale e continuerà quindi a dare battaglia contro ogni tentativo arbitrario, immotivato, non concertato di chiusura”.

Proprio questa mattina Barazza ha scritto alla Regione Veneto, nella persona di Manuela Lanzarin, assessore alle Politiche sociali, chiedendole di riattivare immediatamente il tavolo di confronto regionale in materia, al quale partecipa l’associazione dei Comuni. Tavolo aperto proprio per discutere della fase di sperimentazione e di riorganizzazione concernente anche i servizi aggiuntivi come proposto da Poste".

“Il Tavolo è fermo da un anno e, a fronte di questi nuovi fatti preoccupanti, va convocato subito – puntualizza la presidente - Rimango sconcertata dal modus operandi di Poste Italiane: queste decisioni prese senza nessun confronto con il territorio indicano ancora una volta la mancata consapevolezza dell’azienda che quello che ha in gestione è prima di tutto un servizio pubblico, non un business privato. Sembra che ogni tanto se lo dimentichi, e noi siamo qui per rammentarglielo: le decisioni che riguardano il territorio non devono mai più essere calate sulla testa dei sindaci senza che nessuno si sia preso la briga di informarli”. 

Nel 2016 Poste Spa aveva perso il ricorso, fatto da 12 Comuni trevigiani sui 13 nei quali era prevista la chiusura arbitraria di un ufficio postale periferico, proprio in base al fatto che non era stata fatta un’accurata istruttoria, “comprensiva anche della fase di necessaria interlocuzione con gli enti locali interessati - i legge nelle motivazioni della sentenza 6712/2016 del Tar del Lazio - e richiede una motivazione idonea a dar conto, oltre che degli esiti di detta interlocuzione, anche delle specificità della situazione locale, risultando al tal fine insufficiente sia un rinvio generico e standardizzato ad atti quali il piano di intervento”.

 


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