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16 aprile 2024

Il sindaco di Miane scrive alla Kyenge: "Si spendono troppi soldi per gli extracomunitari"


AVVERTENZA: Questo sondaggio non ha valore statistico. Si tratta di una rilevazione aperta a tutti, non basata su un campione elaborato scientificamente.


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Il sindaco di Miane si deve schifare delle pensioni/stipendi milionari dei politici italiani, prima di tutto.
Poi per il furto delle sovvenzioni pubbliche ai partiti.
.... e tante altre "furbate" che fanno i "suoi" amici di partito e non.
Poi possiamo pensare anche ad altro.

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Questa fissazione leghista (e d’altri) sulla Kyenge rappresenta un tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai propri fallimenti. In tutti gli anni che è stata al potere la Lega non ha centrato nessuno dei suoi obiettivi ma ha fatto solo da palo a Berlusconi. Mi chiedo poi se il sindaco di Miane (e non solo) avrebbe reagito della stessa maniera se ci fosse stato un Rossi o un Esposito qualunche al posto della Kyenge.
Come ministro senza portafoglio, la Kyenge non ha un dicastero vero e proprio. Il suo “Ministero” ha delle “funzioni delegate in materia di integrazione, con particolare riferimento al rafforzamento delle politiche di accoglienza, inclusione e di integrazione degli stranieri sul territorio nazionale in raccordo con le Amministrazioni interessate”. In altre parole, tutto quello che può fare è incoraggiare gli organismi predisposti ad aiutare gli stranieri in Italia, ma non li gestisce. Punto e basta. I Centri di identificazione e di espulsione per esempio sono gestiti dalla Croce Rossa Italiana, dalla Confraternita delle Misericordie d'Italia e da certe associazioni.
Prima di esprimere un’opinione sull’operato di questo ministro bisogna essere infomrati dei fatti, conoscere il mandato del suo ministero e sapere quanto e come spende (con citazione di fonti credibili). Dire a vanvera che “si spendono troppi soldi per gli extracomunitari” senza differenziare tra extracomunitari naturalizzati, quelli con regolare permesso di soggiorno, profughi o clandestini è segno di ignoranza. Infatti, troppo spesso nell’opinione pubblica si confondono i vari tipi di cittadini extracomunitari: naturalizzati, regolari, profughi o clandestini. Troppo spesso si biasimano i membri dei primi tre gruppi per quello che fanno i clandestini. Senza contare il fatto che molti non sanno differenziare tra stranieri extracomunitari e stranieri comunitari (i romeni). Se sei foresto, è quanto basta.
Il vero problema è la Legge Bossi-Fini che, volens nolens, è basata su una logica di repressione e di ordine pubblico invece di gestione dei flussi migratori e politiche mirate per integrare gli immigrati. Altro problema è la politica predatoria dei vari governi che si sono susseguiti a Roma nei confronti dei contribuenti e degli enti locali. Ma la Lega, quando era al potere, cosa ha fatto per ridurre l'istinto predatorio dello Stato centrale? E dov'è finito il federalismo, fiscale o costituzionale? Boh.

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Quante volte la Kyenge in merito all'integrazione si è espressa rifiutando e condannando almeno verbalmente i reati commessi da stranieri in italia (in regola o meno, tanto peggio se nemmeno in regola)?
Tu hai delle statistiche che mostrino qual'è la % degli stranieri che commette reati?
Ne vogliamo parlare anche in questi termini o il silenzio ha un motivo?

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Non so quante volte la Kyenge “si è espressa rifiutando e condannando almeno verbalmente i reati commessi da stranieri in italia”. Ma per me fare tali domande alla Kyenge significa chiedere alla persona sbagliata. Sarebbe come chiedere al ministro della Difesa di rispondere a delle domande sulla sanità.
Invece, queste domande dovrebbero essere rivolte ai ministri degli Interni e della Giustizia che sono responsabili dell’ordine pubblico, della sicurezza del territorio e della giustizia, non al ministro dell’Integrazione, ufficio creato il 28 aprile 2013, sotto la direzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Cosa vuoi che la Kyenge abbia potuto fare in meno di 9 mesi in un campo che non è di sua competenza. Il suo silenzio (ammesso ma non concesso che di silenzio si tratti) è quindi più che giusto perché sospetto che queste domande le fanno a lei perché è una neo-italiana, nera, africana, che deve per sempre rispondere, scusarsi, giustificarsi per gli atti e i reati commessi da stranieri. Non ho ricordi se Andrea Riccardi, il precedente ministro dell’Integrazione (governo Monti) abbia subito lo stesso trattamento. Non credo proprio.
Se i reati commessi da stranieri ti interessa, fa una breve ricerca su google usando le parole “reati” e “italia” e, come ho fatto io, troverai un sacco di documenti sul tema. Tra questi, per esempio, c’è “Il Rapporto sulla criminalità in Italia - Ministero Dell'Interno” in formato pdf. Da questi (dati del 2006, vecchiotto quindi).
Vedrai così che i reati variano di tipologia e di causalità e che gli stranieri si concentrano in certe categorie, quelle che finiscono più spesso sotto la lente d’ingrandimento dei mass media, che poi hanno la tendenza di etnicizzare i reati e di politicizzare l’etnicità. Infatti, quando un italiano commette un reato è di solito (ma non sempre) un uomo, un bandito, un malvivente (anche se a volte si etnicizzano i criminali meridionali); quando è uno straniero, nella maggior parte dei casi, è “un romeno”, “un marocchino”, “una moldava, “un’ucraina” (almeno è la mia impressione).
Statistiche esistono ma tutto dipende da chi le raccoglie e da chi le pubblica. Il 28 gennaio 2010, la “Gazzetta di Parma” pubblicava un articolo - “Istat: un terzo dei REATI VIOLENTI commessi da STRANIERI. Ma gli IMMIGRATI REGOLARI non delinquono più degli italiani”. Lo stesso giorno, “La Repubblica” pubblicava un articolo “Tra IMMIGRATI e italiani stesso tasso di criminalità”. I dati nei due articoli provengono dall’Istat. Fidabile? Penso di si.
Ho messo in maiuscolo, le parole che mi sembrano importanti. Nel primo articolo, pubblicato da un giornale locale (orientamento ideologico a me sconosciuto), chi ha scelto il titolo ha voluto essere un po’ specifico – una categoria di reati e tre gruppi –sottolineando la pericolosità di un gruppo. Nel secondo, pubblicato da un giornale nazionale di centro sinistra, il titolo è più generale con l’esplicita volontà (mia interpretazione) di evitare una certa faziosità anti-immigrati. La stessa procedura si potrebbe applicare a tutti i media (stampati e elettronici) e così facendo si potrebbe vedere come i mass media possono dare statistiche vere, ma presentandole in modo parziale, se non fazioso.
Tutto questo per dire che c’è modo e modo di dire e fare le stesse cose. Da quando la Kyenge è diventata un ministro della Repubblica è diventata un capro espiatorio, la brutta befana da bruciare verbalmente e simbolicamente, condannata per problemi (nostri e suoi, perché non dimentichiamolo, è italiana) di cui siamo tutti un po’ responsabili, chi più chi meno. Basta pensare che se l’evasione fiscale non fosse diventato lo sport nazionale, l’Italia non sarebbe così mal ridotta e supertassata, sport più “popolare” al sud, ma ben presente anche al nord.

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Non sono d'accordo su nulla.

La Kyenge è il ministro per l'integrazione, ergo deve esprimersi in modo *completo* sull'argomento, quindi NON PUO' permettersi di far finta di nulla circa la criminalità legata agli immigrati (clandestini o meno), è una questione di voler fare in modo decente e consapevole il proprio mestiere.
Trovo vomitevole l'approccio leghista che estremizza da un lato, ma trovo altrettanto vomitevole il dimenticarsi di questo aspetto da parte di chi parla di integrazione.
L'integrazione si fa anche quando chi è qui perché immigrato è capace di denunciare altri immigrati che delinquono, il rispetto deve essere meritato.
Il ministro Kyenge con le sue "parole belle ma vuote" non fa nulla che permetta alla persone di trovarsi in accordo con il tema dell'integrazione.
E se non è lei la prima ad essere onesta ed obiettiva parlando di tutti gli aspetti che ruotano attorno all'integrazione, anche quelli negativi perché ci sono con i risvolti sociali che sappiamo, CHI CAVOLO DOVREBBE FARLO?
Complimenti per le citazioni, manco un numero.
E' facile parlare senza tirar fuori numeri ma solo aggettivi.
Tira fuori dei numeri e delle percentuali.
Qui ci sono numeri:
http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=archivio&action=articolo&idArticolo=1588

"
Analizzando i dati degli ingressi in carcere (riferiti al primo semestre 2007 – fonte Dap su www.giustizia.it) si scopre che gli italiani che hanno visto spalancarsi le porte degli istituti di custodia e pena sono 23.922 (22.316 uomini e 1.606 donne) mentre gli stranieri sono stati 21.888 (19.911 uomini e 1.977 donne).

***Un numero quasi uguale, 23.922 italiani a fronte di 21.888 stranieri, se non fosse che gli stranieri sono 12,5 volte meno numerosi degli italiani***.

I reati ascritti agli stranieri sono solo per l’1,1 %, riferibili all’immigrazione clandestina (Dap - Ufficio per lo sviluppo e la gestione del sistema informativo automatizzato - sezione statistica - dati riferiti al 30 giugno 2007 su www.giustizia.it), la gran parte (più del 70%) sono reati riguardanti la droga, le armi, i reati contro il patrimonio e la persona; i reati che creano allarme sociale e bisogno di sicurezza.
Sempre seguendo le statistiche, si può affermare che delinque (e perciò entra in carcere), un italiano su 2.375, mentre, delinque (e perciò entra in carcere) uno straniero su 205. Comparando i dati, si scopre che gli stranieri avrebbero una propensione alla delinquenza 11 volte superiore rispetto agli italiani.
"
Bene, quando si parla di integrazione e di accoglimento a prescindere (perché è quello che vuole il ministro Kyenge) è BENE che escano anche queste informazioni.

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Il problema non è la Kyenge, ma l' intera classe politica italiana che tanto per cambiare ha fallito anche in tema di gestione dell' immigrazione.

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