Piazza Duomo, è bufera sul rinvio dei lavori: "L'assessore incolpa il quartiere"
Confermata l'eliminazione dal piano triennale delle opere pubbliche, il comune rischia di perdere 40mila euro
VITTORIO VENETO - Piazza Duomo fa ancora discutere. E’ stato uno dei temi caldi del consiglio di quartiere di Ceneda, riunitosi ieri sera: alla seduta ha partecipato anche il vice sindaco, nonché assessore ai lavori pubblici, Alessandro Turchetto. Il rappresentante della giunta ha confermato quanto si sapeva ormai da tempo, ovvero l’eliminazione - dal piano triennale delle opere pubbliche - della riqualificazione di piazza Duomo.
Questo perché i fondi sono stati dirottati per il completamento di piazza Meschio, che l’amministrazione ha posto come priorità. La “voce” relativa a piazza Duomo rimane soltanto nell’assetto di variazione di bilancio per il 2019: l’intervento verrebbe finanziato con i soldi provenienti dalla liquidazione di ATM Servizi, anche se per ora non è dato sapere quando questi fondi arriveranno nelle casse comunali.
Si tratta di 500mila euro, che consentirebbero di riqualificare la piazza (300mila) e di completare anche il secondo tratto della ciclabile di via Grazioli (Rotonda-Cozzuolo). Forti perplessità arrivano dal segretario del consiglio di quartiere, Michele Bastanzetti: “E’ praticamente impossibile che la piazza venga realizzata entro il 2019, che tra l’altro è l’anno delle elezioni, quindi tutto da valutare”.
I toni si sono accesi quando sul piatto sono state poste le “colpe” di questo rinvio: “L’assessore ha tentato di incolpare il quartiere per la cancellazione del progetto – riporta Bastanzetti – Ricordo che il consiglio aveva votato a favore, ma mettendo come condizione che venissero realizzati i parcheggi. Ma lui ha sostenuto, tra le righe, che sarebbe colpa nostra perché abbiamo messo dei paletti”.
Come se non bastasse, il comune rischia di aver speso per nulla 38mila euro (costo di progettazione dell’intervento): nella variazione di bilancio vengono infatti inseriti solo 262mila euro, a fronte dei 300mila previsti all’inizio. Se i lavori non dovessero partire, circa 40mila euro sarebbero stati spesi invano.