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20 aprile 2024

Treviso

"Pere, danni da cimice fino al 40%"

Partita la raccolta da San Biagio di Callalto a Nervesa della Battaglia . Colpito il 20% delle mele e anche i kiwi iniziano a essere attaccati. Confagricoltura: “L’insetto va considerato come una calamità naturale”

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cimici sulle pere

TREVISO – Nella provincia di Treviso è partita da pochi giorni la raccolta delle pere e il bilancio è già disastroso: dalle prime stime, si parla di danni al 40% da cimice asiatica per chi non è munito di reti anti-insetto.

Gli insetti hanno attaccato soprattutto la qualità Williams, succhiando il tessuto dei frutti in formazione che causa un effetto sughero con deformazione e nanizzazione.

“Quest’anno è un disastro – dice Antonio Borsetto, della sezione frutticoltori di Confagricoltura Treviso, che ha un terreno di 12 ettari a pere a San Biagio di Callalta e altri 5 ettari di altra frutta. - Ho iniziato la raccolta delle pere sabato scorso e ho visto subito che i frutti erano danneggiati. Le cimici hanno punto i frutti giovani, che sono rimasti piccoli e deformati.

Nei frutti più grandi, hanno causato macchie con effetto sughero che ne rendono impossibile la commercializzazione da fresco. Ho un danno che va dal 35 al 40 per cento sulle pere e del 20% sulle mele Gala, anche quelle in raccolta. Un disastro, tenuto conto che ho già perso l’intero raccolto di pesche: è il frutto preferito della cimice asiatica, ho dovuto buttare tutto al macero”.

Da San Biagio di Callalta a Preganziol, da Montebelluna a Nervesa della Battaglia, la cimice non lascia scampo: gli insetti, dopo essersi saziati di pesche tutta l’estate, ora si stanno lentamente spostando sulle pere e sulle mele Fuji e Pink lady e cominciano a colpire anche i kiwi. “Sono tre anni che conviviamo con la cimice e la situazione va peggiorando – dice Borsetto -. Si sa molto poco e poco si può fare. Bisogna trovare una soluzione: che sia chimica, o parassiti naturali o reti, o si fa qualcosa o saremo costretti a estirpare i frutteti.

Ci auguriamo che la Regione finanzia almeno in parte le reti anti-insetto, perché sono molto costose e per noi agricoltori sarebbero un sacrificio enorme visto che il mondo della frutticoltura sta vivendo un periodo poco felice. Bisogna entrare nell’ordine di idee che la cimice asiatica dev’essere considerata come una calamità naturale, alla stessa stregua di una grandinata o di una tromba d’aria. Questo è un danno che non è circoscritto, ma ha colpito tutti”.

Originaria dell’estremo Oriente, la cimice asiatica è arrivata negli Stati Uniti nel 2010, causando danni alle produzioni agricole per 37 milioni di dollari. In Italia è giunta successivamente, seguendo le vie commerciali, intrufolandosi in scatoloni, cassette e bancali.

Nel 2016 la cimice asiatica, che si riproduce quattro volte tanto quella nostrana, ha procurato un danno stimato dal 20 al 40 per cento della produzione al comparto delle pere emiliano e ha cominciato a diffondersi anche in Veneto. La Halys non ha antagonisti naturali: sverna nelle case e negli anfratti riparati, quindi da marzo a fine estate continua a fare uova e si riproduce in maniera massiccia. Una cimice può fare fino a 200 uova e si sposta velocemente, in sciame, percorrendo anche cinque chilometri al giorno.

 



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